Meloni vede Berlusconi e stringe i tempi per nuovo governo

(Adnkronos) –
Punto al meglio, non farò il governo col manuale Cencelli. Giorgia Meloni cerca di stringere i tempi per la composizione del governo, per portare a Palazzo Chigi una squadra di altro profilo. Concetto, non a caso, riportato nella nota congiunta diffusa al termine dell’incontro di ieri ad Arcore con Silvio Berlusconi. Sabato la presidente di Fratelli d’Italia, infatti, è volata a Milano per un saluto alla Coldiretti, sua prima uscita pubblica post elettorale, ma prima di parlare alla platea di imprenditori agricoli, va a Villa San Martino, residenza storica del Cav (che ieri ha visto Matteo Salvini), per capire di persona quali siano le reali intenzioni del leader azzurro sulle priorità dell’agenda politica del futuro esecutivo e i desiderata di Fi sul risiko dei ministeri. Per qualcuno si sarebbe affrontato anche il caso Moratti. 

Niente luogo neutro, stavolta, per un faccia a faccia definito ”costruttivo” che di fatto ‘viola’ la promessa fatta dalla Meloni più volte in passato, che non avrebbe più partecipato a vertici di centrodestra a casa Berlusconi. Ma dalle parti di via della Scrofa fanno notare che si trattava di una chiacchierata informale, l’occasione anche per fare gli auguri di compleanni al fondatore della coalizione, che giovedì scorso ha spento 86 candeline.  

Meloni continua a mantenere la consegna del silenzio sul team governativo, ma il totonomi impazza e, secondo alcune indiscrezioni, si profilerebbero due linee di pensiero sulle trattative in corso. Da una parte c’è una forza di maggioranza che pensa a costruire la squadra migliore possibile per l’Italia; dall’altra ci sono gli alleati, che, come dice con una battuta un esponente di spicco del centrodestra, che ‘rompono le scatole’ e rivendicano le loro pretese.  

E’ proprio sulla tipologia dei profili, infatti, che si sta giocando la partita interna al centrodestra. In un’intervista a ‘La Stampa’ Berlusconi ha sbarrato la strada ai ‘tecnici puri’ (”Se esistessero, la politica diventerebbe inutile”) ma, secondo il ragionamento che si fa in queste ore ai piani alti di Fratelli d’Italia, un conto sono nomi di alto livello, come quello del coordinatore nazionale di Fi Antonio Tajani (dato in pole per gli Esteri o la Difesa), un altro conto sono soluzioni diverse, che potrebbe suonare più problematiche.  

Dirimente è sempre il nodo Viminale, che una volta sciolto, a cascata potrebbe favorire la composizione del puzzle governativo. E qui, raccontano, un discorso a parte va fatto per quanto riguarda le aspirazioni di Salvini, che non ha mai fatto mistero di gradire un ritorno al ministero dell’Interno: più che il presunto veto di Meloni – peraltro smentito nei giorni scorsi dalla diretta interessata in un post sui social – sulle ambizioni del ‘Capitano’ pesano fattori di altro tipo, come ad esempio il processo Open Arms che lo vede imputato davanti al Tribunale di Palermo e che potrebbe rappresentare uno scoglio non di poco conto al momento del vaglio quirinalizio.  

Nonostante le smentite di rito, sul tavolo dell’incontro ad Arcore, ci sarebbe stato il dossier ministri per Fi. Oltre a Tajani, nomi azzurri che circolano con insistenza anche quelli dai capigruppo Paolo Barelli e Anna Maria Bernini (già ministro per le Politiche dell’Unione europea) e Licia Ronzulli, presente all’incontro a Villa San Martino, come riferiscono fonti azzurre. Secondo alcune indiscrezioni, sulla fedelissima del Cav sarebbero stata manifestata qualche perplessità. Per lei si parla con insistenza di un posto all’Istruzione o alla Salute, casella quest’ultima che vedrebbe in campo anche un altro azzurro, il vicepresidente uscente della Camera, Andrea Mandelli, non rieletto in Parlamento. Pure Alessandro Cattaneo, attuale responsabile dei Dipartimenti del partito forzista, viene dato in corsa un posto al governo. 

Dopo il vis a vis con il Cav, Meloni ha parlato al Villaggio Coldiretti, dove ancora una volta ha dribblato le domande sul governo, ribadendo il suo impegno per affrontare la questione del caro energia. “Se dovessimo essere chiamati a governare, è chiaro da subito abbiamo in mente di dare risposte valide ed efficaci e le daremo presto”, ha detto la leader di Fdi per poi sottolineare: “Bisogna restituire a questo Paese una strategia industriale, basata sugli elementi più identificativi del nostro sistema. Fra questi c’è l’eccellenza del prodotto e quindi del comparto agroalimentare”.  

Meloni – applauditissima dalla platea degli imprenditori agricoli- ha detto di essere “in costante contatto con il governo uscente, che è impegnato in una complessa trattativa a livello europeo per trovare soluzioni” alla crisi energetica: “Sto seguendo i lavori del governo uscente e confido che ci saranno i margini per mettere a punto una soluzione. Ma dobbiamo anche sapere che quella soluzione, comunque vada, impatterà fra qualche mese sulle nostre bollette e sui costi energetici. Il lavoro di queste ore serve a capire come possiamo intervenire su costi dell’energia di questo autunno”.  

L’obiettivo, ha rimarcato Meloni, è fermare la speculazione: “Se pensiamo di poter continuare a compensare a livello nazionale il costo delle bollette che continuano a salire e regalare soldi alla speculazione facciamo un errore. Qui il tema non è quante risorse regalare alla speculazione, è come fermarla”. Al governo, ha promesso la presidente di Fdi, “non intendiamo fare da soli. Non ho mai creduto che la politica potesse dare le risposte migliori a qualsiasi materia, ma deve ascoltare” i corpi intermedi. 

(Adnkronos)