Migranti, fonti governo: da comuni accuse false, tavolo con sindaci non previsto

(Adnkronos) – Non è all’ordine del giorno, vale a dire “non è previsto”. Il tavolo chiesto a gran voce dai Comuni sull’emergenza migranti – in particolare sui minori non accompagnati e sulla mancanza di posti e strutture dove accoglierli – non è tra le priorità del governo, “anche perché con i Comuni noi parliamo ogni giorno”, taglia corto una fonte di primo piano interpellata dall’Adnkronos. Non nascondendo il disappunto per la protesta crescente dei primi cittadini, considerata strumentale: “A cosa servirebbe sedersi al tavolo con chi ci accusa di aver tagliato il costo dell’accoglienza? E’ una falsità assoluta”.  

Se i bandi vanno deserti, stando alle stesse fonti di governo, “è perché, probabilmente, non è più appetibile la gestione” dei minori non accompagnati in arrivo in Italia. “Ma dire che sono stati tagliati i costi dell’accoglienza” con il decreto Cutro, prevedendo una remunerazione minore ai costi realmente sostenuti dalle associazioni del Terzo settore che dovrebbero prendere in carico i giovani migranti, “è una falsità, tanto più che nei Centri di accoglienza straordinaria (Cas) ormai hanno anche meno servizi da garantire”. 

Al 30 giugno 2023 risultano presenti in Italia 20.926 minori stranieri non accompagnati. A rilevarlo è l’ultimo Rapporto del ministero del Lavoro e delle politiche sociali. Una cifra che sembra stabilizzarsi rispetto alla crescita registrata nel 2022, quando si è verificato un consistente numero di arrivi dall’Ucraina. Complessivamente si è avuto un aumento di 638 unità rispetto al secondo semestre dello scorso anno (20.288) e di oltre cinquemila rispetto al primo (15.595).  

Sempre con riferimento alla situazione ucraina, sono 155 i minori che hanno fatto ingresso nel nostro Paese nella prima metà del 2023, contro i 6300 nel primo semestre del 2022, e quelli presenti al 30 giugno di quest’anno, nonostante si confermino tra le comunità più numerose, sono diminuiti di oltre 300 unità rispetto alle presenze registrate a fine 2022. 

Analizzando i dati in maniera più analitica, i minori non accompagnati presenti nel sistema di accoglienza italiano provengono principalmente da Egitto (5.341), Ucraina (4.512), Tunisia (1.781), Guinea (1.174) e Albania (1.137). Considerate congiuntamente, queste cinque cittadinanze rappresentano i due terzi delle presenze (66,6%). Seguono le cittadinanze gambiana (1.086), ivoriana (1.048), pakistana (924), eritrea (516) e afghana (446). Quelle che hanno registrato gli aumenti più consistenti in termini assoluti rispetto al primo e secondo semestre 2022 sono la egiziana, la guineana, la gambiana, la ivoriana e la pakistana. 

Quanto alla divisione per sesso, l’86,6 per cento dei minori non accompagnati, pari a 18.123, sono maschi, e il restante 13,4, 2.803 in valore assoluto, femmine. Il 44,7% ha 17 anni, il 24,7% ne ha 16, il 12,1% 15 e il 18,5% meno di 15. 

La Sicilia accoglie il maggior numero di minori stranieri non accompagnati (4.621, pari al 22,1% del totale), seguita dalla Lombardia (2.764, pari al 13,2%), dall’Emilia-Romagna (1.727, pari all’8,3%), dalla Calabria (1.669, pari all’8%) e dalla Campania (1.408, pari al 6,7%). Considerate congiuntamente, queste cinque Regioni ne accolgono poco meno del 60%.  

Tra le sei principali nazionalità di minori presenti in Italia, quelli provenienti dall’Ucraina si concentrano in prevalenza in Lombardia ed Emilia-Romagna; i provenienti dall’Egitto in Lombardia, Sicilia e Calabria; i provenienti dall’Albania in Emilia-Romagna, Toscana e Lombardia; i provenienti dal Bangladesh in Sicilia e Friuli-Venezia Giulia; i provenienti dalla Tunisia in Sicilia, Emilia-Romagna e Lombardia; e i provenienti dal Pakistan in Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia.  

Per quanto riguarda le minori straniere, la maggioranza proviene dall’Ucraina (2.303, pari al 82,2% del totale delle presenze femminili), dalla Costa d’Avorio (108 minori, pari al 3,9%) e dalla Guinea (76 minori, pari al 2,7%). Il 47% ha un’età compresa fra i 7 e i 14 anni, il 19% ha 17 anni, il 16% ha 16 anni; l’11% ha 15 anni e l’8% ha meno di 6 anni. Le minori con età inferiore ai 16 anni rappresentano più dei tre quinti del totale (66%). 

Nel corso della prima metà del 2023 è stata registrata l’uscita dal sistema di accoglienza di 10.769 minori stranieri non accompagnati. Per oltre la metà dei casi (57%) la motivazione di uscita è il compimento della maggiore età, nel 37% dei casi è l’allontanamento per volontà del minore, nel rimanente 6% è riferibile ad altri motivi quali l’affido, il rintraccio dei genitori o di adulti legalmente responsabili, il rimpatrio volontario assistito e la relocation. I minori che si allontanano di propria volontà dalla struttura dove sono accolti spesso lo fanno per raggiungere la meta del loro progetto migratorio.  

Sempre nel primo semestre di quest’anno sono state presentate 1.062 domande di protezione internazionale relative a minori stranieri non accompagnati, mentre sono 45 quelli richiedenti asilo inseriti nella procedura di ricongiungimento familiare in base al Regolamento di Dublino. 

Gli oltre 20mila minori presenti in Italia al 30 giugno 2023 sono accolti per il 71% in strutture apposite, mentre il 23% sono collocati presso un soggetto privato. La gran parte di quelli accolti in famiglia sono provenienti dall’Ucraina (89%) e nel 47% dei casi sono presso propri familiari residenti in Italia (nel 24% dei casi si tratta di nonne) mentre il restante 53% sono stati accolti da famiglie senza vincolo di parentela.  

Le strutture di accoglienza che ospitano almeno un minore sono 2.605 e di queste 764 sono dedicate alla prima accoglienza e ciascuna ne accoglie mediamente 11, mentre 1.599 sono di seconda accoglienza con una presenza media di 4 minori. Tra le strutture di seconda accoglienza, le più diffuse sono le comunità socio-educative, pari al 45% del totale, seguono le comunità familiari (29%) e gli alloggi ad alta autonomia (23%). 

Le strutture di prima accoglienza sono maggiormente presenti in Sicilia, seguita dalla Lombardia, Liguria e Emilia-Romagna. Nel Sud è presente il 40% delle strutture di seconda accoglienza. Le principali Regioni dell’area per numero di strutture attive sono la Sicilia, che con più di 300 strutture di seconda accoglienza è la seconda Regione anche a livello nazionale; la Campania (269 strutture di seconda accoglienza) e la Puglia (134 strutture).  

Nel Nord del Paese le strutture di seconda accoglienza sono dislocate in particolare nella Regione Lombardia (con 334 strutture è la prima Regione per numero di centri attivi), in Emilia-Romagna (199) e in Toscana (184). La Regione Lazio con 227 strutture è la quarta Regione a livello nazionale per numero di centri di seconda accoglienza dedicati ai minori. Nelle Regioni del Centro complessivamente considerate hanno sede meno del 20% delle strutture dedicate alla seconda accoglienza dei minori del Paese. 

L’ultima legge di Bilancio ha destinato al Fondo nazionale per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati una dotazione di 117.780.580 euro per l’anno 2023, 155.000.000 per il 2024 e 121.700.000 per il 2025. 

(Adnkronos)