Migranti, Ue verso stretta sui visti: cosa cambia

(Adnkronos) – L’Unione europea si prepara a un giro di vite sui visti, per contrastare l’immigrazione irregolare. Gli ambasciatori degli Stati membri, riuniti nel Coreper, hanno concordato la posizione del Consiglio su un progetto di regolamento che aggiorna un meccanismo che consente all’Ue di sospendere l’esenzione dal visto, per quei Paesi terzi i cui cittadini sono esenti dall’obbligo del visto quando viaggiano nello spazio Schengen. La nuova legge, una volta adottata, secondo il Consiglio “rafforzerà gli strumenti dell’Ue per contrastare le situazioni in cui l’esenzione dal visto viene utilizzata in modo abusivo o va contro gli interessi dell’Ue”.  

In base al meccanismo aggiornato, ci saranno nuovi motivi per sospendere il regime di esenzione dal visto: primo, il mancato allineamento di un Paese terzo senza visto con la politica dei visti dell’Ue, nei casi in cui ciò possa portare a un aumento degli arrivi nell’Unione, ad esempio per via della vicinanza geografica.  

Secondo, l’esistenza di un programma di cittadinanza per investitori, in base al quale la cittadinanza viene concessa senza alcun legame reale con il Paese terzo interessato, in cambio di pagamenti o investimenti.  

Terzo, minacce ibride e carenze nella legislazione o nelle procedure relative alla sicurezza dei documenti. Gli Stati membri hanno deciso di includere anche la possibilità di sospendere il regime di esenzione dal visto in caso di un significativo e improvviso deterioramento delle relazioni esterne dell’Ue con un Paese terzo, in particolare nel campo dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Rimangono i motivi che sono previsti già oggi, e cioè un aumento sostanziale del numero di cittadini di Paesi terzi a cui viene rifiutato l’ingresso o che soggiornano oltre il termine del soggiorno; un aumento sostanziale del numero di domande di asilo infondate da parte di cittadini di un Paese terzo per il quale il tasso di riconoscimento è basso; una diminuzione della cooperazione con l’Ue sulla riammissione delle persone a cui è stato chiesto di lasciare il territorio dell’Ue e un rischio o una minaccia imminente per l’ordine pubblico o la sicurezza interna (ad esempio a causa di un aumento dei reati penali). 

Il mandato negoziale del Consiglio precisa le soglie per l’attivazione del meccanismo, che quantificano gli incrementi relativi ai casi di respingimento e soggiorno fuori soggiorno; domande di asilo infondate; reati gravi. Gli Stati membri hanno fissato questa cifra al 30% (contrariamente al 50% nella proposta della Commissione). La soglia per valutare se un tasso di riconoscimento dell’asilo debba essere considerato basso è stata fissata al 20% (molto più alta del 4% proposto). 

La durata della sospensione temporanea dell’esenzione dal visto è stata aumentata da 9 a 12 mesi e potrà essere prorogata di altri 24 mesi (invece dei 18 mesi del sistema attuale). Durante questa fase di sospensione, la Commissione Europea avvierà un dialogo con il Paese terzo, al fine di adottare misure per porre rimedio alle circostanze che hanno portato alla sospensione. Se non si troverà una soluzione, l’Ue potrà decidere di revocare definitivamente il regime di viaggio senza visto. Il periodo di riferimento per individuare l’esistenza di circostanze che possono portare ad una sospensione è stato modificato, per coprire almeno due mesi. Ciò consentirà di prendere in considerazione periodi di riferimento più lunghi (ad esempio tendenze annuali) e non solo cambiamenti improvvisi nelle circostanze rilevanti. L’accordo di oggi su una posizione comune consentirà al Consiglio di avviare negoziati con il Parlamento Europeo, una volta definita la propria posizione, per concordare un testo finale.  

Sebbene i viaggi senza visto offrano importanti vantaggi per l’economia, in particolare nel turismo e costituiscano la pietra angolare degli scambi sociali e culturali, nota il Consiglio, possono anche essere fonte di problemi in materia di migrazione e sicurezza. Il soggiorno oltre il termine dei viaggiatori esenti dal visto, ad esempio, porta ad un aumento della migrazione irregolare, cosa che accade anche quando un numero elevato di domande di asilo infondate viene presentato da cittadini di Paesi esenti dall’obbligo di visto. 

Un simile aumento delle richieste di asilo può verificarsi anche quando le persone utilizzano Paesi vicini all’Ue, la cui politica dei visti non è allineata a quella dell’Ue, come trampolino di lancio per viaggiare irregolarmente nell’Unione. Il meccanismo di sospensione, in vigore nella sua forma attuale dal 2018, funge da salvaguardia contro l’abuso dell’esenzione dal visto e consente all’Ue di sospendere temporaneamente l’esenzione dal visto, a determinate condizioni. 

Tuttavia, le norme attuali non tengono conto di alcuni recenti sviluppi che hanno interessato l’Unione, che ha attualmente in vigore un regime di esenzione dal visto con 61 Paesi terzi. I cittadini di questi Paesi possono entrare nell’area Schengen per soggiorni brevi fino a 90 giorni, su un periodo di 180 giorni senza visto. 

(Adnkronos)