Milano, narcotizza famiglia e abusa donna: arrestato

Avrebbe narcotizzato un’intera famiglia e abusato di una donna. E’ stato arrestato dai carabinieri di Corsico nell’hinterland milanese un 48enne, di professione agente immobiliare nella elegante zona di via Montenapoleone. L’uomo dovrà rispondere dell’accusa di violenza sessuale aggravata, sequestro di persona e lesioni personali. Durante l’interrogatorio si è avvalso della facoltà di non rispondere. L’uomo è già stato condannato nel 2008 dal tribunale di Monza per violenza sessuale “e riabilitato dal tribunale di Milano nel 2013”, secondo quanto si apprende. 

L’attività investigativa, coordinata dall’aggiunto Letizia Mannella e dal sostituto procuratore Alessia Menegazzo, nasce dalla denuncia presentata da una giovane coppia che aveva riferito ai militari che la mattina del 2 ottobre, dopo aver consumato un drink nel corso di un appuntamento di lavoro con l’agente immobiliare, finalizzato alla compravendita di un box, aveva accusato un malore con forte stato di alterazione psico-fisica, del quale l’agente immobiliare ne avrebbe approfittato per violentare la donna. Nella circostanza, la coppia aveva portato a questo appuntamento di lavoro la figlia di pochi mesi, “di fatto rimasta in balia degli eventi per circa 8 ore”, fanno sapere fonti qualificate. 

La perquisizione domiciliare eseguita, dopo qualche giorno, a casa dell’indagato ha permesso di trovare tracce del medicinale ‘Lormetazepam’, ansiolitico della famiglia delle benzodiazepine, col quale la coppia era stata narcotizzata. Le successive indagini, in collaborazione con il nucleo Investigativo di Milano, hanno consentito di accertare, anche mediante attività tecnica, tabulati telefonici, le numerose testimonianze raccolte, le immagini estrapolate dagli impianti di videosorveglianza e gli accertamenti informatici che l’uomo, in occasione dell’incontro di lavoro, era riuscito a mettere nei bicchieri delle vittime, mediante una siringa, un’elevata dose di benzodiazepine, tale da cagionare un avvelenamento. 

Gli inquirenti temono che altre donne possano aver subito violenza per questo l’invito è di denunciare.  

(Adnkronos)