Milano, pacco sospetto vicino consolato libanese

(Adnkronos) – Sono due gli ordigni artigianali, contenuti nel pacco sospetto, trovato stamattina vicino al consolato libanese in via Larga. Accanto al pacco è stato trovato un biglietto con una scritta in lingua araba con la dicitura ‘Esploderà fra tre minuti’. E’ quanto si apprende da fonti investigative che aggiungono come “per ora non ci sia nessuna rivendicazione”. L’area resta transennata.  

Nel pacco due ordigni artigianali, composti da batterie collegate da cavi e attivati con due temporizzatori. Uno ha preso fuoco prima del tempo previsto per la detonazione, facendo una grossa fiammata sul marciapiede. L’altro ordigno è stato fatto brillare dagli artificieri, ma era sul punto di esplodere. Entrambi gli ordigni erano forniti di un temporizzatore. 

Il pacco è stato trovato vicino al civico 26, dove c’è un palazzo in cui ha sede sia il consolato libanese che il gruppo Moby che potrebbe essere finito nel mirino per aver ospitato a bordo dei propri traghetti dei migranti in quarantena.  

I negozianti hanno pensato a dei “petardi”, simili a “botti di Capodanno”. “Ho pensato che fossero petardi, la fiamma era sostenuta – racconta Laura Valli, l’edicolante di fronte a via Larga, che ha assistito all’esplosione di uno dei due ordigni -. Me ne sono accorta vedendo il fuoco e sentendo uno scoppiettio, sembrava un sacchetto”. La donna non ha avuto paura, “si vedeva che si stava spegnendo – afferma – ma poteva essere pericoloso per le macchine e i motorini che ci passavano accanto”. Dice di aver visto “una bella fiammata” Davide Patanè, barista del Peter Bar: “Sembrava una bomboletta – spiega – in tutto è durato tre minuti, poi il fuoco si è spento. Avevo paura che scoppiasse. C’erano clienti e ci siamo spaventati anche se sembravano botti di Capodanno”. Gianluca, altro barista che lavora davanti alla fermata della metro Missori, racconta invece di aver sentito “un botto”, mentre era in pausa. “Però qui stanno facendo i lavori alla Torre Velasca – rimarca – e quindi non ci ho fatto molto caso. I clienti entravano a chiedere cosa fosse successo, non erano spaventati, solo molto curiosi”.
 

(Adnkronos)