(Adnkronos) – ‘Pellegrini di speranza’. Ospite della Link Campus University, monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio consiglio per la nuova evangelizzazione e organizzatore del prossimo Anno Santo, ha illustrato il senso del motto del Giubileo 2025 di fronte a una platea costituita da figure di primo piano nel mondo della diplomazia internazionale, dell’università, dell’imprenditoria e delle istituzioni, tra le quali il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giuseppe Moles.
“Nella lettera che Papa Francesco mi ha indirizzato per offrire alcune linee orientative per la preparazione del prossimo Giubileo – ha spiegato monsignor Fisichella – sono presenti tematiche che tendono a fare della speranza il cuore pulsante dell’Anno Santo. Inutile negare, tuttavia, che il Giubileo 2025 porterà con sé l’esperienza limitatrice della pandemia che per due anni ha imposto dei ritmi particolari alla vita delle singole persone e dei popoli. E in questi giorni, quell’esperienza si aggrava con la violenza della guerra sotto casa. Tutti abbiamo sperimentato la fragilità, perché il covid ha fatto irruzione in maniera inaspettata. E ora nessuno si sente al sicuro sotto lo spettro di una nuova inaspettata guerra”.
La lectio magistralis di monsignor Fisichella, che si inserisce nel corso di Geopolitica Vaticana tenuto da Piero Schiavazzi, è stata introdotta da Carlo Alberto Giusti, rettore della Link Campus University: “Il nostro – ha chiarito il rettore – è un ateneo fortemente radicato nella Capitale. Davanti a sé la città ha due grandi appuntamenti, uno certo e l’altro possibile. Roma, infatti, vedrà nel 2025 la celebrazione del Giubileo e al contempo si candida, con tutti gli auspici favorevoli, a ospitare la prossima Esposizione Universale nel 2030. Noi come università faremo la nostra parte perché questi due grandi eventi facciano di Roma la capitale mondiale della cultura, dell’inclusività, dell’uguaglianza. E della pace”.
“Roma – ha sottolineato monsignor Fisichella – non è una città qualunque. Non lo è mai stata e non potrà mai esserlo. Nel bene e nel male, essa rimarrà una città unica al mondo. È unica per la sua storia e la sua vocazione. Un disegno misterioso, ma reale, pone questa città al cuore del mondo. Essa è crocevia di tutta una serie di rapporti che vanno dall’arte alla diplomazia, dalla cultura al commercio, dalla politica alla religione”.
“Porta in sé – ha spiegato – la gloria dell’antico impero romano e il degrado della metropoli odierna. La sintesi che i secoli hanno composto riesce a far convivere l’antico e il moderno, il pagano e il cristiano, senza che uno viva all’ombra dell’altro. Non sempre tutto è ben riuscito; alcune giustapposizioni sono ancora visibili in diversi monumenti che portano impresso il segno della violenza subita”.
“Eppure – ha affermato – Roma non lascia intravedere i segni della divisione; preferisce far emergere la grandezza della continuità, permettendo che lo sguardo di chi la visita si soffermi più sulla bellezza di ciò che il passato ha realizzato piuttosto che concentrarsi sul degrado che spesso affiora”.