Morte David Rossi, Monteleone (Iene): “Troppi buchi nelle indagini, tre gli elementi cruciali”

L’inviato delle ‘Iene’ Antonino Monteleone parla delle ultimissime novità dell’inchiesta sulla morte di David Rossi, novità in parte già anticipate in alcuni dei suoi servizi. Conversando con l’Adnkronos, Monteleone affronta gli ultimi sviluppi sull’inchiesta relativa alla morte del manager Mps David Rossi, precipitato dal suo ufficio di Siena il 6 marzo 2013. Autore di 19 servizi sul giallo della morte del manager – archiviato come suicidio- Monteleone ha sempre avuto dubbi sulla vicenda. 

Il giornalista mette in fila i tre elementi che da sempre gli hanno sollevato le domande alla base delle sue inchieste, e spiega: “Quello che metto in cima alla lista è il fatto che non si sia mai capito chi fosse l’uomo in fondo al vicolo che appare nel filmato della telecamera che inquadra anche la caduta di David: per me quell’elemento ancora oggi grida vendetta -osserva Monteleone- Poi, il fatto che un evento del genere sia avvenuto in una banca, e non abbia implicato l’acquisizione di tutti i filmati di tutte le telecamere ha lasciato un grande punto interrogativo su chi fosse entrato e uscito. Se avessero fatto questa semplice acquisizione non staremmo facendo questa telefonata. La terza, ma non in ordine di importanza, è il fatto che David aveva dei segni in faccia e sul corpo che suggeriscono una dinamica violenta prima del gesto, se qualcuno vuole legittimamente credere che si sia suicidato”. 

Dice ancora Monteleone: “David Rossi era un dirigente della prima linea della banca, non un impiegato. Per fare quel lavoro, serve un pochino di pelo sullo stomaco, non è una perquisizione che ti manda fuori dai gangheri”. L’idea di Monteleone dopo quattro annidi inchiesta è che se “le indagini fossero state fatte meglio, non ci sarebbe stato spazio per teorie alternative”. Per il giornalista, gli inquirenti “non hanno lavorato per riempire tutti i vuoti”. Monteleone ha raccolto la testimonianza di un escort che avrebbe partecipato a festini a luci rosse nel Senese per ‘ospiti di alto profilo’. Fra questi, nell’ipotesi avanzata dalle Iene (che per questo sono state querelate dai pm di Siena) esponenti istituzionali di alto livello che avrebbero potuto condizionare le indagini sulla morte del manager. “Noi non sosteniamo che la morte di David sia legata ai festini”, puntualizza Monteleone.  

“Facciamo finta che David si sia suicidato, e custodisse nei suoi archivi personali le prove di una situazione del genere. Non è un buon motivo per approfondire le indagini? E’ legittimo farsi questa domanda?”, dice Monteleone. 

“Mi rivolgo a quelli che credono che David Rossi si sia suicidato: ma se crediamo questo, il fatto che lui avesse annunciato di volerlo fare via mail due giorni prima, non è un elemento molto grave? Perché nessuno fa niente per impedirglielo? Perché aveva detto che voleva andare a parlare coi magistrati?”, si chiede il giornalista. Che conclude con una nota critica: “In questa storia noi veniamo querelati solo perché ci siamo posti una domanda. E la domanda è: se questo contesto (i festini a luci rosse, ndr) a vario titolo, in vari modi, fosse vero, non sarebbe idoneo solo questo contesto a mettere in dubbio tutto l’andamento della vita pubblica a Siena? Mi pare una domanda lecita”, conclude eloquentemente Monteleone. 

(Adnkronos)