Mostra del Cinema di Venezia 78esima edizione. Il Leone d’Oro è andato al film ‘L’Événement’ della regista francese Audrey Diwan, ma non mancano i premi per l’Italia. Il film d’Oltralpe arriverà nelle sale italiane a ottobre con Europictures e che difende la legge sull’aborto raccontando la durissima vicenda di una studentessa costretta ad affrontare un pericoloso aborto clandestino nella Francia del 1963, dove l’interruzione volontaria di gravidanza era illegale. “Abbiamo veramente amato questo film ed è stata una decisione unanime”, ha detto il presidente della giuria Bong Joon Ho. Mentre la regista vincitrice in lacrime ha spiegato di aver fatto il film con “cuore, viscere e testa” per rompere il silenzio sull’aborto, proponendo un “viaggio nella pelle di questa giovane donna”.
L’Italia ha vinto con ‘È stata la mano di Dio’, il film autobiografico di Paolo Sorrentino, che si è aggiudicato il Leone d’Argento Gran Premio della Giuria e il Premio Marcello Mastroianni, destinato a un giovane attore emergente, con il protagonista Filippo Scotti (“sono onorato e emozionato come quando Paolo mi ha scelto per il film”, ha detto con le lacrime agli occhi). “Dovete avere pazienza perché sono molto emozionato. Un film non facile”, ha detto Sorrentino che tra i ringraziamenti ha inserito anche Maradona. “Ogni tanto qualcuno antipatico mi dice: ‘ma perché tu fai un altro film con Toni Servillo?’ e io ora posso rispondere: ‘guardate dove sono arrivato facendo i film con Servillo'”, ha detto Sorrentino, commosso fino alle lacrime.
Ma il nostro Paese ha vinto anche con ‘Il Buco’ di Michelangelo Frammartino che si è aggiudicato il Premio speciale della Giuria ed ha ringraziato la Calabria (“la regione più bella) dove il film è ambientato. I due Leoni d’Argento sono entrambi di Netflix ed è certo che di questo si parlerà ma Frammartino è di Rai Cinema e quest’anno l’ad Paolo Brocco si felicita con la mostra.
Oltre al Leone d’Oro ad Audrey Diwan, la giuria a maggioranza femminile di Venezia 78, presieduta da Bong Joon Ho e composta da Saverio Costanzo, Alexander Nanau, Virginie Efira, Cynthia Erivo, Sarah Gadon e Chloé Zhao, ha valorizzato altre due registe meritevoli: il Leone d’Argento per la migliore regia è andato infatti a Jane Campion, per il film ‘The Power of the Dog’ (“è incredibile l’opportunità che Venezia ci ha dato di poter essere di nuovo qui con un pubblico”). Mentre a Maggie Gyllenhaal è stato assegnato il premio alla migliore sceneggiatura (tratta fra l’altro dal romanzo ‘La figlia oscura’ della misteriosa scrittrice italiana Elena Ferrante) del film ‘The Lost Daughter’ diretto dalla stessa Gyllenhaal. “Questo film è nato grazie al romanzo meraviglioso di una scrittrice italiana ed è stato pensato in Italia dove mi sono sposata e dove ho concepito i miei figli”, ha detto la regista.
Come da previsioni della vigilia, la Coppa Volpi femminile è andata a Penélope Cruz per il film ‘Madres Paralelas’ di Pedro Almodóvar che aveva aperto la Mostra il primo settembre tra gli applausi. Ma l’attrice era stata molto apprezzata anche in un altro film in concorso: la commedia ‘Competencia Oficial’. “Questo premio mi fa molto molto felice, tutti sappiamo quanto sia difficile organizzare un festival in questo momento”, ha detto l’attrice dopo aver baciato il marito Javier Bardem al quale ha dedicato il premio, aggiungendo una dedica alle sue ‘madri parallele’, sua mamma e sua suocera, mancata da poco, dopo averle predetto che avrebbe vinto la Coppi Volpi. A sorpresa, anche se il film era entrato nel toto-Leoni, la Coppa Volpi maschile è stata invece assegnata all’attore filippino John Arcilla per ‘On The Job: The Missing 8’ di Erik Matti che ha sbaragliato la concorrenza (di Toni Servillo, Vincent Lindon, Benedict Cumberbatch, Oscar Isaac e Yuriy Borisov) con il ruolo da protagonista del crime movie di quasi tre ore e mezzo (il film più lungo del concorso). Arcilla ha ringraziato con un video: “Anche se parliamo linguaggi diversi e veniamo da culture diverse ci capiamo e questo è merito del cinema”, ha detto.
Il Leone del Futuro, intitolato a Luigi De Laurentiis e dedicato alla migliore opera prima di tutto il cartellone veneziano, è andato al film rumeno ‘Imaculat’ di Monica Stan e George Chiper-Lillemark delle Giornate degli Autori.
Nella sezione Orizzonti, il premio per il miglior film è andato al film lituano ‘Piligrimai (Pellegrini)’ del regista Laurynas Bareiša, quello per la miglior regia al francese Éric Gravel per il film ‘À Plein Temps’ e il premio speciale della giuria ‘El Gran Movimiento’ del regista boliviano Kiro Russo. Il premio Orizzonti per la migliore attrice è andato a Laure Calamy protagonista di ‘À Plein Temps’ e quello per il miglior attore a Piseth Chhun per il film ‘Bodeng Sar (White Building)’ del regista cambogiano Kavich Neang. Il premio Orizzonti alla migliore sceneggiatura è stato assegnato a Peter Kerekes e Ivan Ostrochovský per il film ‘Cenzorka (107 Mothers)’ del regista slovacco Peter Kerekes.
Il premio orizzonti per il miglior cortometraggio è andato a ‘Los Huelos’ dei registi cileni Cristóbal Léon e Joaquín Cociña, che lo hanno dedicato alle vittime del golpe cileno dell’11 settembre 1973. La Venice short film nomination for the european film awards 2021 è andata invece a ‘The fall of the ibis king’ dei registi irlandesi Josh O’Caoimh e Mikai Geronimo.
Infine il nuovo Premio degli Spettatori della neonata sezione Orizzonti Extra è andato al film finlandese ‘Sokea mies, joka ei halunnut nähdä Titanicia (The blind man who did not want to see Titanic)’ diretto da Teemu Nikki e interpretato da un attore gravemente malato di sclerosi multipla che verrà distribuito in Italia la prossima settimana.
Per la sezione Venice Vr Expanded, dedicata alla realtà virtuale, il Gran Premio della Giuria per la migliore opera Vr è andato a ‘Goliath: playing with reality’ di Barry Gene Murphy e May Abdalla; il premio migliore esperienza Vr è stato assegnato a ‘Le bal de Paris de Blanca Li’ di Blanca Li e il premio migliore storia Vr a ‘End of night’ di David Adler.
di Antonella Nesi e Paolo Martini