(Adnkronos) – E’ di otto colpiti da manganelli, di cui tre con ferita al capo e al viso, il bilancio della manifestazione anti Nato e pro Palestina a seguito degli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine in via Toledo, nelle vicinanze del Teatro San Carlo zona centrale di Napoli. I manifestanti si stanno ora dirigendo verso la sede occupata del rettorato della Federico II. Le forze dell’ordine hanno chiuso qualsiasi accesso alla zona del San Carlo, con cordoni di uomini e furgoni.
Il corteo anti Nato che si è svolto oggi in via Toledo era stato autorizzato in piazza Municipio a Napoli, ma alcuni gruppi di antagonisti avrebbero deviato il percorso e spinto i manifestanti verso il Teatro. È quanto si apprende da fonti investigative. La manifestazione, infatti, era stata annunciata sui social nei giorni scorsi come ritrovo in Galleria Umberto, per provare a protestare contro il concerto per le celebrazioni dei 75 anni della Nato in programma stasera al Teatro San Carlo.
Il Questore di Napoli, però, aveva emanato alcune prescrizioni ai manifestanti, autorizzando il corteo non lontano, in piazza Municipio. In via precauzionale, la Digos e i poliziotti in assetto antisommossa hanno organizzato un cordone di protezione lungo via Toledo. Secondo quanto appreso da Adnkronos, circa 80 manifestanti, provenienti dai Quartieri Spagnoli, avrebbero deviato il percorso, puntando verso il Teatro San Carlo. Prima avrebbero provato a sfondare da via Matilde Serao, poi da via Toledo verso piazza Trieste e Trento. I manifestanti sono stati bloccati e respinti con una breve carica, in cui non si registrano feriti. Ora sono al vaglio della Digos diversi filmati già acquisiti per identificare tutti i manifestanti e verificare eventuali responsabilità.
Un gruppo di attivisti della Rete Studentesca per la Palestina ha intanto occupato questa mattina il rettorato dell’Università degli Studi Federico II di Napoli a causa del bando per la collaborazione scientifica dell’ateneo con Israele. “Oggi la Federico II ed il suo rettore Matteo Lorito, si legge in una nota, si sono svegliati così: abbiamo deciso di porre in essere un’azione forte occupando gli uffici del rettorato come è già avvenuto a Roma, a Torino, a Bologna. Siamo stanchi di attraversare i nostri atenei mentre vengono raccontate bugie su bugie, mentre i luoghi del sapere vengono militarizzati da una parte, sdoganando un linguaggio bellico più che preoccupante, e depoliticizzati”.
“Quanto sta accadendo in Palestina in questo momento porta per noi il nome di genocidio: il bando Maeci, la fondazione Med’or, gli accordi stretti tra Italia ed Israele a livello accademico, economico, militare rappresentano per noi un punto di non ritorno circa la complicità dell’accademia con il criminale progetto di Nethanhyau di cancellazione del popolo palestinese”, proseguono gli attivisti nella nota.