Patto di stabilità, Patuelli: “Più realistico, non complica né impedisce crescita”

(Adnkronos) – “Il vecchio Patto di Stabilità era stato pensato oltre trent’anni fa e non più applicato soprattutto dall’esplosione della pandemia. L’Unione europea è un grande condominio dove tante energie diplomatiche sono state impegnate per realizzare questo più realistico Patto di Stabilità che non dovrebbe complicare, né tantomeno impedire la crescita che è indispensabile anche per la stabilità”. E’ quanto dice il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, nel commentare in un’intervista all’Adnkronos l’accordo raggiunto sul nuovo Patto in Ue. 

Sempre con un’attenzione a quanto accade in Europa, il numero uno dell’associazione bancaria non commenta la mancata ratifica del Mes da parte dell’Italia, ma avverte: “Noi come Abi non abbiamo volutamente partecipato al dibattito politico sulla ratifica delle modifiche al Mes perché è stato caricato di eccessivi significati simbolici”, ma “rimane il trattato esistente ed occorre che l’Unione europea compia, senza preconcetti, un realistico approfondimento sulle strategie di rafforzamento delle Istituzioni europee”. 

Un’Europa, dice poi in ricordo dello scomparso ex presidente della Commissione Ue Jacques Delors, il cui “sogno” di unità “avanza pur nelle tante difficoltà. Delors rimane nella memoria europea come uno statista che si è impegnato per la crescita dell’Unione europea”. 

Non manca, da parte del presidente, un focus sull’esplosione dei prezzi che ha caratterizzato il 2023. Patuelli parla chiaramente di una “stella polare dell’impegno” del settore bancario che “è ed è stata quella di combattere l’inflazione evitando una nuova recessione”. Oggi, indica, “si è fortemente ridotta ed anche ciò ha favorito la riduzione dei tassi di mercato prima che la Bce abbia iniziato a ridurre i tassi ufficiali”. Il 2023, continua Patuelli più in generale, è stato un anno “così difficile e travagliato, si chiude con delle gravi incertezze internazionali, ma anche con dei fattori economici che hanno potenzialità per la ripresa”. Difatti, ha indicato, “i costi energetici nell’ultimo anno si sono ridotti: il costo del gas addirittura è diminuito del 59%, e anche quello del petrolio del 5%. I tassi di mercato, in questi ultimi mesi, sono nettamente diminuiti, anticipando le decisioni attese dalla Banca Centrale Europea: in particolare l’Irs a dieci anni, molto usato per i mutui, all’inizio di ottobre era del 3,52%, mentre il 27 dicembre si è ridotto in maniera rilevante al 2,38%; il tasso dei Btp a dieci anni, che il 18 ottobre era cresciuto al 4,99%, il 27 dicembre è rilevantemente sceso al 3,49%. Si tratta di fattori economici molto importanti, premesse per più facili investimenti e, quindi, favorevoli alla ripresa dello sviluppo e dell’occupazione”, spiega ancora il presidente dell’Abi.  

Quanto al ruolo degli istituti di credito in questo scenario, “nell’ambito delle rigorose regole internazionali di Basilea ed europee, l’Abi e le banche operanti in Italia, in ogni attività, si muovono per il sostegno dello sviluppo e dell’occupazione in una sana e molto regolata economia di mercato che vede le banche tutte in forte concorrenza fra loro”. 

Come presidente dell’Associazione Bancaria Italiana, da Antonio Patuelli non può mancare un’analisi attenta del settore. Una fotografia che indica uno stato di salute “mediamente in miglioramento” secondo la vigilanza europea e nazionale. “Ma i rischi – avverte – non vanno mai sottovalutati, anche perché mai dobbiamo dimenticare che la crisi di una grande banca americana, Lehman Brothers, ha prodotto gravissime conseguenze finanziarie e bancarie in tutto il mondo, Italia compresa. E’, quindi, indispensabile essere sempre previdenti e lungimiranti innanzitutto nel rafforzamento dei presìdi prudenziali delle banche”. Più in generale, spiega il presidente dell’Abi in merito ad eventuali fusioni possibili in futuro al fine di rafforzare il settore, “il mercato bancario è innanzitutto europeo: per evolvere, anche con ulteriori aggregazioni, necessita in primo luogo il superamento delle normative nazionali di diritto bancario – ha spiegato – con l’adozione di testi unici europei che garantiscano la semplificazione della vita delle banche operanti in più Paesi d’Europa e la possibilità di una loro crescita ulteriore”. 

Tornando alla stato di salute delle banche in Italia, in queste ultime settimane tutti gli istituti di credito, soprattutto quelli più grandi, hanno annunciato l’accantonamento di una parte degli extraprofitti, come previsto dalla legge voluta dal governo che, di fatto, che ha permesso un rafforzamento della patrimonio. Una scelta, ha precisato Patuelli, che dovrà passare per gli azionisti: “Le decisioni in proposito saranno adottate, a norma di legge, dalle assemblee delle banche in sede di approvazione dei bilanci, nella primavera prossima: alle assemblee saranno convocati milioni di azionisti”.  

L’aumento dei tassi da parte della Bce ha avuto impatti sulle rate dei mutui a tasso variabile delle famiglie. Patuelli ricorda come in Italia “oltre il 60% dei mutui è a tasso fisso, quindi con oneri soprattutto a carico delle banche”. Comunque, dice, “l’Associazione Bancaria e le banche in Italia compiono molti sforzi per favorire coloro che hanno sottoscritto mutui a tasso variabile, favorendo rinegoziazioni ed applicando la legge italiana, unica in Europa, che permette anche il trasferimento ad altra banca, a condizioni migliori, dei mutui stipulati”. 

Infine, un commento al nuovo contratto nazionale di lavoro dei bancari, sul quale è stato raggiunto un accordo nei giorni scorsi con i sindacati Fabi, First Cisl, , con i quali il rapporto è “sempre costruttivo, continuo, molto reciprocamente rispettoso”. Per il presidente dell’Abi il giudizio sul Ccnl di settore non può che essere “positivo, sia per i contenuti, sia anche per la realistica tempestività in cui è stato raggiunto. Si tratta di un contratto ‘pilota’, di alta qualità giuridica e sociale, per un settore quanto mai importante e delicato”. 

(di Mattia Repetto) 

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