Pnrr, cabina di regia e Merkel: la giornata di Draghi

Fitta agenda di appuntamenti oggi per Mario Draghi. Alle 9.15 il premier incontrerà a Palazzo Chigi il presidente della Repubblica dell’Armenia, Armen Sarkissian, mentre alle 10 interverrà al Senato, alla settima Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti dei Paesi del G20. Alle 11 è in programma a Palazzo Chigi la prima Cabina di regia sul Pnrr, sui temi: educazione, Università, scuola. A seguire, alle 12, è prevista conferenza stampa presso la Sala Polifunzionale. E’ invece previsto per le 13.30 l’appuntamento più atteso della giornata, l’incontro con la Cancelliera della Repubblica federale di Germania, Angela Merkel.  

Le elezioni del 26 settembre scorso, che hanno segnato la fine dell’era Merkel e visto i socialdemocratici risorgere dopo la batosta del 2017 (primo partito davanti ai conservatori) hanno messo la Germania davanti a un bivio e allungato i tempi della formazione del nuovo governo. Ma l’incontro di oggi assume un forte valore simbolico, suona come il passaggio di testimone al leader che sembra ergersi a nuova guida dell’Unione europea. Anche alla luce delle presidenziali in Francia -aprile 2022- che vedono l’attuale presidente Emmanuel Macron in affanno sulla riconferma all’Eliseo. 

Intanto Draghi tira dritto sul fronte delle riforme, mentre un agguerritissimo Matteo Salvini che sembra abbassare i toni dopo l’affondo contro la decisione del premier di andare avanti con la delega fiscale nonostante l’altolà della Lega. Se da un lato il leader del Carroccio ribadisce infatti a chiare lettere la presenza della Lega al governo -“Letta e Conte se ne facciano una ragione”- dall’altra apre un nuovo fronte, tornando a cavalcare il dibattito sulle riaperture: “Discoteche riaperte, col Green Pass, ma solo col 35% di capienza? Presa in giro senza senso scientifico, sanitario, sociale ed economico, con questi numeri rischiano di fallire 3.000 aziende e di rimanere a casa 200.000 lavoratori”, tuona il capo della Lega. 

Che alza il tiro anche sulle cartelle esattoriali. “Un impegno che chiedo personalmente al presidente Draghi, gliel’ho chiesto già nel marzo scorso, è un intervento risolutivo. Ci sono 120 milioni di cartelle esattoriali di Equitalia che rischiano di essere una mazzata definitiva nella ripresa post-Covid per famiglie e imprese”. “Ogni giorno la sua pena”, commenta un ministro del fronte progressista, e così il Cdm che dovrebbe tenersi tra domani pomeriggio e venerdì sulle riaperture potrebbe serbare nuove sorprese. 

Da Brdo, dove ha preso parte al summit informale Ue, Draghi ha risposto a Salvini, incalzato dai cronisti che in conferenza stampa chiedevano conto dello scontro. “Ieri rispondendo alla stessa domanda ho detto ‘chiedete a Salvini’. Oggi lui ha parlato e ha detto che la partecipazione al governo non è in discussione: ci vedremo nei prossimi giorni”, ha promesso ravvisando la necessità di un incontro che a questo punto appare non più rinviabile. Quanto alla tenuta del suo esecutivo Draghi ha mostrato di non serbare alcun dubbio, riservando quella che sembra suonare come una stilettata: “Il governo va avanti, la sua azione non può seguire il calendario elettorale”. Chi ha da intendere, intenda. 

Draghi ha risposto anche alle singole accuse mosse dal fronte leghista sulla delega fiscale, oggetto della contesa. La riforma del catasto “non è una patrimoniale”, puntualizza con forza. “Questo governo non tassa, non tocca le case degli italiani. L’ho detto fin dall’inizio: questo governo non aumenta le tasse”, ha ribadito. 

(Adnkronos)