Pnrr e codice appalti, Hub Engineering ha messo a confronto professionisti e governo

(Adnkronos) – L’impatto del Pnrr, la manovra di bilancio, la nuova disciplina del codice degli appalti e il ruolo dei consorzi stabili e le prospettive dell’ingegneria e architettura italiana sono stati al centro della due giorni, organizzata da Hub Engineering, alla Reggia di Caserta, aperta questa mattina dal sindaco di Caserta, Carlo Marino. 

Professionisti e consorziati si sono confrontati con gli esponenti della pubblica amministrazione, della maggioranza e del governo, con l’obiettivo di creare percorsi comuni utili al rilancio del settore. Massimo Facchini, presidente di Hub (36 consorziati in Italia e uno in Romania, 191 commesse in corso per un valore complessivo di 4 mld, ndr), ha parlato del Pnrr come di “un piano che ha prodotto un effetto balsamico sul mercato dei servizi di ingegneria e architettura, consentendo un raddoppio del valore degli importi degli appalti posti a base di gara” e di “una drastica riduzione del peso della classica libera professione in favore delle società”. Un trend che premia proprio i consorzi stabili e la loro capacità di aggregare singoli professionisti e imprese all’insegna della multidisciplinarità. 

Contemporaneamente, con l’introduzione del nuovo codice degli appalti c’è stata una evidente inversione di tendenza in merito alle procedure classiche di affidamento dei servizi di ingegneria in favore di un sensibile aumento delle procedure di appalti congiunti delle attività di progettazione ed esecuzione (appalti integrati, concessioni, project financing e altro). Il nuovo codice degli appalti, inoltre, ha semplificato i livelli di progettazione e ha introdotto “la tanto discussa questione dei requisiti di qualificazione per i consorzi stabili in merito al cosiddetto ‘cumulo alla rinfusa’”. 

Per il presidente Facchini, però, gli effetti derivanti dalla contemporanea attuazione del Pnrr e del nuovo codice degli appalti “portano a inevitabili criticità su cui confrontarsi: la riduzione drastica dei requisiti utili per la qualificazione ai soli ultimi tre anni, il ricorso all’appalto integrato, che rimette seriamente in discussione la centralità del progetto, la sottostimata valutazione dei compensi professionali a base di gara per la mancanza di un adeguamento delle tariffe professionali ai mutati livelli di progettazione, la piena attuazione delle progettazioni in bim richieste, a fronte di remunerazioni non adeguate e talvolta arbitrarie”. 

Il confronto con la pubblica amministrazione, gli esponenti della maggioranza e del governo è stato ampio e proficuo. Hanno portato il loro contributo Lucia Albano, sottosegretaria al Ministero dell’Economia e delle Finanze, i deputati Massimo Milani (componente VIII commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici) e Marco Osnato (presidente della VI Commissione Finanze della Camera dei Deputati), Fabrizio Penna (Capo Dipartimento PNRR del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica), Giorgio Lupoi (presidente OICE), Giuseppe Costantino (presidente UCSI) Gianfranco De Matteis, ordinario di Tecnica delle Costruzioni all’Università degli Studi della Campania. 

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