(Adnkronos) – “Il filo che unisce tutti i nostri interventi ruota attorno a tre parole chiave: prossimità, innovazione e uguaglianza. Una sanità di prossimità per essere più vicini alle persone, rimettendo radici più profonde nei territori, è la prima scelta che compiamo. Per raggiungere questo obiettivo servono insieme riforme e investimenti. Il provvedimento di cui oggi discutiamo rappresenta la premessa indispensabile per raggiungere davvero l’obiettivo che ci siamo dati”. Lo ha evidenziato il ministro della salute, Roberto Speranza, riferendo sull’attuazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), alle commissioni riunite Bilancio, Igiene e Sanità e Politiche dell’Unione europea, del Senato.
“In questi mesi, anche nelle ore più difficili dell’emergenza sanitaria che stiamo attraversando, il lavoro sul Pnrr non si è mai fermato. È particolarmente necessario, mentre continuiamo a combattere il virus e le sue varianti, alzare lo sguardo oltre la contingente emergenza”.
Il Dm 71 “è la premessa e il punto di partenza della riforma dell’assistenza territoriale, la condizione indispensabile per l’implementazione delle strutture e degli interventi previsti dalla Component 1” della Missione 6 del Pnrr e “il Dm 71, da adottare entro il 30 giugno, definisce un nuovo modello organizzativo per la rete di assistenza primaria, individua standard strutturali tecnologici organizzativi uniformi su tutto il territorio nazionale, promuove un nuovo assetto istituzionale per la prevenzione in ambito sanitario, ambientale e clinico ed è un passo concreto per il superamento delle disuguaglianze” ha sottolineato il ministro della salute.
“Nella Component 1 della Missione 6 del Pnrr investiamo complessivamente 7,9 miliardi” per la riforma dell’assistenza territoriale “e, come è noto, altri 12,33 miliardi li investiamo nella Component 2, ovvero nella formazione, nella ricerca e nella digitalizzazione dell’assistenza sanitaria. Tali risorse includono il Piano nazionale complementare (Pnc) e il Recovery assistence for cohesion and the territories of europe (React-Eu)”.
“Grazie a una collaborazione proficua con la ministra per la Coesione territoriale Mara Carfagna, che voglio ringraziare, si aggiungeranno altre risorse sempre di matrice europea, per circa 625 milioni di euro. L’Italia per la prima volta nella sua storia avrà finanziato dalla Commissione europea un Pon salute. Non era mai successo prima. Si tratta di 625 milioni per la sanità del nostro Mezzogiorno. Credo che sia una svolta importante che tutti dovremo saper riconoscere e valorizzare”. “È un progetto con una forte dimensione sociale che ci consentirà di mettere in campo ulteriori interventi sulla medicina di genere, sulla salute mentale, sulla povertà sanitaria e io insisterò in modo particolare sugli screening oncologici, terreno su cui il Mezzogiorno ha pagato un prezzo di ritardo negli anni e su cui finalmente abbiamo risorse nuove da investire che vanno nella direzione giusta”, ha aggiunto il ministro.
“Nel bilancio che abbiamo approvato c’è poi un’altra scelta molto rilevante che rivendico”, ha rimarcato il ministro della salute, Roberto Speranza. “Ai fini di assicurare l’implementazione degli standard organizzativi, quantitativi, qualitativi e tecnologici ulteriori rispetto a quelli previsti per il Pnrr, per il potenziamento dell’assistenza territoriale è autorizzata la spesa per il personale di 90,9 milioni di euro per il 2022, 150 milioni di euro per il 2023, 328,3 milioni di euro per il 2024, 591,5 milioni di euro per il 2025 e 1.015,3 milioni a decorrere dall’anno 2026 a valere sul finanziamento del Servizio sanitario nazionale. Queste risorse sono assegnate in deroga ai tetti di spesa sul personale e sono a sistema mettendo così finalmente in sicurezza gli investimenti straordinari che faremo attraverso il Pnrr”.
Per “le case della comunità e presa in carico delle persone sono previsti 2 miliardi” e queste “rappresentano il cuore della nostra nuova rete territoriale, saranno impegnate su tutti quei bisogni di assistenza sanitaria e sociosanitaria che non riguardano l’acuzie e l’emergenza urgenza, Rappresentano il luogo fisico facilmente riconoscibile dell’integrazione sociosanitaria e lavorano sulla base di un modello organizzativo di approccio integrato e multidisciplinare”. Le case di comunità “hanno l’obiettivo strategico della presa in carico della comunità di riferimento attraverso l’istituzione di un’équipe multiprofessionale costituita da medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, medici specialisti, infermieri di famiglia e comunità e tutti gli altri professionisti sanitari coinvolti nel processo di cura”, ha precisato Speranza.
“Nell’assistenza domiciliare avrà progressivamente un effetto fondamentale la telemedicina, sulla quale investiamo un miliardo di euro. La casa come primo luogo di cura porta l’assistenza domiciliare integrata entro il 2026 al 10% per gli over 65. In Italia eravamo solo al 4% di copertura pochi mesi fa, con una media Ocse al 6% e i migliori esempi in Europa, ovvero in Germania e in Svezia, al 9%”, ha sottolineato il ministro.
“La Component 1” del Pnrr “prevede 1 miliardo per gli ospedali di comunità”. L’ospedale di comunità “è una struttura sanitaria della rete territoriale destinato a pazienti che necessitano di interventi sanitari a media-bassa intensità clinica e per degenze di breve durata e ha una funzione intermedia tra il domicilio e il ricovero ospedaliero con la finalità di evitare ricoveri impropri e di favorire le dimissioni protette in luoghi più idonei al prevalere dei fabbisogni assistenziali, di stabilizzazione clinica e di recupero funzionale dell’autonomia più prossimi al domicilio stesso”. ha aggiunto Speranza.
“Stiamo lavorando con Regioni e sindacati sulla medicina generale. Infatti, è nostra convinzione che un ruolo rafforzato della medicina generale sia un tassello fondamentale della riforma della rete territoriale. L’obiettivo che intendiamo perseguire è stabilire una forte connessione tra l’attività dei medici di medicina generale e le iniziative definite dal distretto e dalla casa di comunità”.
“Alla sanità digitale, alla digitalizzazione dei dipartimenti d’emergenza e accettazione (Deda), all’ammodernamento delle grandi apparecchiature e alla ricerca sono destinati circa 7,6 miliardi”.
Speranza è entrato poi nel dettaglio: “Per il rafforzamento dell’infrastruttura tecnologica e degli strumenti per la raccolta, l’elaborazione e l’analisi dei dati e la simulazione, 1,672 miliardi; per l’ammodernamento del parco tecnologico e digitale ospedaliero, 4 miliardi; per la valorizzazione e il potenziamento della ricerca biomedica del Servizio sanitario nazionale, poco più di 520 milioni; per l’ecosistema innovativo per la salute, 437,4 milioni. Si tratta di un dato che per la sua forza non ha bisogno di ulteriori considerazioni”, ha concluso Speranza.
“Investiamo 50 milioni per dare nuovo impulso all’utilizzo dell’intelligenza artificiale nella cura del paziente. Saranno sviluppati i servizi di supporto al medico per condurre l’anamnesi e giungere alla diagnosi e il sistema fornirà informazioni e suggerimenti non vincolanti ma preziosi, servizi di supporto per condurre dal remoto la televisita, App per gestire in modo più efficace la prevenzione secondaria, screening, indagini epidemiologiche e diagnosi precoci”.
“Per il superamento dell’imbuto formativo sono stati definiti tutti gli atti per il finanziamento di ulteriori 4.200 contratti di formazione medica specialistica aggiuntivi per un ciclo completo di studi di cinque anni per un importo complessivo di 537.600 euro”.
“Dobbiamo realizzare circa 6 mila interventi, in tempi rapidi. È una sfida ambiziosa”, ha sottolineato il ministro.
Questi gli interventi nel dettaglio: “1.350 case di comunità, 400 ospedali di comunità, 600 Cot, 3.100 nuovi grandi apparecchiature che sostituiscono quelle con più di cinque anni di vetustà con gara della Consip, 280 interventi di digitalizzazione di Dipartimenti di emergenza e accettazione Dea e oltre 300 interventi per rendere sicuri e sostenibili i nostri ospedali”, illustra il ministro. “Abbiamo scelto lo strumento del Cis, il Contratto interistituzionale di sviluppo – spiega – uno strumento di carattere negoziale, un vero e proprio contratto tra le parti contraenti che definisce il programma, le schede dei singoli interventi, le localizzazioni, i cronoprogramma, le responsabilità dei contraenti, i criteri di valutazione e di monitoraggio e le modalità di soluzione per gli eventuali conflitti e inadempienze, prevedendo meccanismi di definanziamento e le condizioni di attivazione dei meccanismi sostitutivi previsti dalla legislazione specifica emanata per l’attuazione del Pnrr. I Cis andranno sottoscritti dalle regioni entro il 31 maggio”.
“Sono stati definiti tutti gli atti per il finanziamento di ulteriori 900 borse aggiuntive relative al primo ciclo di formazione specifica in medicina generale. Nel corso dei prossimi mesi si attiveranno le procedure per il completamento di altri due cicli formativi per un totale di 2.700 borse di studio aggiuntive per un importo complessivo di 101.973.000 euro”.
“Il progetto Ecosistema innovativo della salute mira a realizzare reti clinico-transnazionali di eccellenza per potenziare la ricerca biomedica nazionale attraverso la creazione di una rete di centri di trasferimento tecnologico, il rafforzamento e lo sviluppo qualitativo e quantitativo degli Hub Life Science per area geografica in specifiche aree di intervento e la realizzazione della fondazione Hub Antipandemico, istituita dall’articolo 1, comma 945 della legge 30 dicembre 2021, numero 234, per la gestione e contrasto alle malattie infettive epidemiche e pandemiche”.
“Sono state ripartite le risorse tra le Regioni e sono stati definiti i contenuti minimi formativi per la realizzazione di un piano straordinario di formazione sulle infezioni ospedaliere, tema molto delicato che riguarderà 293.386 operatori sanitari del Servizio sanitario nazionale, con circa 150 mila partecipanti entro la fine del 2024 e circa 140 mila entro metà del 2026, per un importo complessivo di 80.026 .994 euro”.
“Nel decreto di riparto che ho firmato, con cui sono state ripartite risorse per circa 8 miliardi, sono state assegnate, seguendo le linee e gli orientamenti del Governo, risorse al Sud per circa il 41%, a cui si aggiungono i circa 625 milioni del Pon. E’ un risultato rilevante, perché le diseguaglianze sul diritto alla salute sono odiose e inaccettabili”. Lo ha evidenziato il ministro della Salute, Roberto Speranza, in audizione alle Commissioni riunite Bilancio, Sanità e Politiche dell’Unione europea del Senato sullo stato di attuazione del Pnrr.
“Il diritto alla cura e all’assistenza non può dipendere dal luogo in cui si nasce o dal reddito familiare – rimarca – Uguaglianza, cioè omogeneità dell’offerta di salute sul territorio per tutti, è una delle tre parole chiave del nostro progetto di riforma della sanità italiana”.
“Credo sia evidente che siamo in presenza di un lavoro imponente per dimensioni e di straordinaria importanza per il futuro del nostro Servizio sanitario nazionale. Muovendoci con il massimo di unità e condivisione, è una sfida che credo possiamo vincere insieme”.