Qatar 2022, il ‘vorrei ma non posso’ della Francia sui diritti

(Adnkronos) –
Vorrei ma non posso. La Francia, la cui Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del 1789 sancisce la libertà e l’uguaglianza degli uomini come principio della Repubblica, tentenna nel prendere una posizione chiara in Qatar. Da sempre orgogliosamente, almeno a parole, a difesa dei diritti umani fondamentali, la Francia ai Mondiali ha accettato di piegarsi ai diktat della Fifa.  

Un atteggiamento compiacente che ha alimentato polemiche in Francia soprattutto dopo che la nazionale tedesca ha posato per la foto di rito, prima del match d’esordio contro il Giappone, con la mano davanti alla bocca per protestare contro la Federazione internazionale che ha impedito ai capitani di indossare la fascia arcobaleno per i diritti Lgbtq+, dopo che l’Inghilterra si è inginocchiata e dopo il gesto coraggioso di oltre la metà dei giocatori dell’Iran che, in solidarietà con il proprio popolo che protesta contro il regime di Teheran, ha rifutato di cantare l’inno.  

Il ministro dello sport francese, Amélie Oudéa-Castéra ha spiegato, rispondendo alle critiche poco prima della partita di esordio contro l’Australia, che “la competizione è appena iniziata” e che la nazionale francese “avrebbe espresso delle cose” ricordando “l’attaccamento dei calciatori ai valori” e il loro impegno contro tutte le forme di discriminazioni. 

Sulla stessa linea del presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron che nei giorni scorsi ha affermato che non bisogna “politicizzare lo sport”, la ministra ritiene che “lo sport non deve essere oggetto di una rivendicazione politica e di polemiche politiche inutili”. La decisione della Fifa, che ha vietato la fascia a sostegno della comunità Lgbtq+, “continuerà a far scorrere fiumi di inchiostro e sì avrei voluto che ci fosse uno spazio di piena libertà” ma, ha sottolineato esprimendosi ai microfoni di un canale tv francese, “restano ancora spazi di libertà in cui la nostra nazionale può continuare a esprimere il suo impegno per i diritti umani, lo hanno dimostrato i tedeschi”.  

Oudéa-Castéra ha ricordato la lettera dei giocatori della nazionale in cui hanno espresso il loro impegno per i diritti umani, la transizione ecologica e il sostegno finanziario ad alcune Ong che difendono i diritti umani. “Davanti a noi ci sono ancora settimane in cui il calciatori potranno esprimersi, usare questi spazi di libertà per portare i loro messaggi. Hanno questi valori. Appartengono a un paese che li tiene alti ed è importante che ne siano i rappresentanti”. 

Intanto in Francia, nonostante i francesi non abbiano certo boicottato i Mondiali visto che oltre 12,5 mln di telespettatori hanno guardato la partita di esordio della nazionale contro l’Australia, continuano le polemiche. Per il fumettista e regista francese, Riad Sattouf “è incomprensibile questo dibattito in Francia e nella nazionale. E’ una vergogna”. Certo “la fascia l’avrei indossata. Il mondiale è una cassa di risonanza importante, era l’occasione giusta per fare un gesto”, ha spiegato ai microfoni di Quotidien su Tmc.  

Nei giorni scorsi il segretario del Partito socialista francese Olivier Faure ha affermato che “era la Fifa a meritare un rosso per le sue pressioni contro chi ricorda l’universalità dei diritti umani”. L’esponente dell’estrema sinistra Manon Aubry (La France insoumise) che nei giorni scorsi ha portato la fascia al Parlamento europeo aveva spiegato che “nonostante quello che pensa Macron, lo sport è politico e le violazioni dei diritti umani in Qatar sono uno scandalo”.  

L’esponente dei Verdi, Sandrine Rousseau durante il Question Time all’Assemblée Nationale (la Camera dei Deputati francese) aveva chiesto polemicamente al ministro dell’Interno Gerard Darmanin “se le forze dell’ordine francesi mobilitate in Qatar durante la Coppa del Mondo assicureranno la sicurezza delle persone Lgbt presenti sul posto? Le proteggeranno dall’omofobia in Qatar?”.  

Darmanin, rispondendo all’interrogazione, ha spiegato che “i 225 membri delle forze dell’ordine presenti in Qatar si occupano dei cittadini francesi, della politica anti drone per la sicurezza dei mondiali, per preparare la Coppa del Mondo di Rugby del 2023 in Francia, e di proteggere la nazionale o i tifosi francesi. Non interferiscono nel mantenimento dell’ordine in Qatar e a difesa dell’applicazione della legge in Qatar”. (di Emmanuel Cazale) 

(Adnkronos)