Reddito di cittadinanza, famiglie e single: le ipotesi

(Adnkronos) – “L’occupabile non avrà un sussidio, ma una politica attiva definita anche da un’indennità di partecipazione. La vecchia logica del Reddito di cittadinanza non c’è più. E la nuova non è punitiva, non è questo l’obiettivo del governo. Anzi le famiglie numerose in difficoltà riceveranno un sostegno più alto dell’attuale perché i minori vanno protetti”. Lo dice, a ‘La Repubblica’, la ministra del Lavoro Marina Calderone. 

Quanto ai risparmi, spiega, “difficile quantificare la platea ora. Non è statica, se lo fosse ricadremmo in una logica di assistenza permanente che ci è costata 25 miliardi in tre anni, senza diminuire la povertà né aumentare l’occupazione. Chi può lavorare deve essere messo in condizione di farlo e uscire quanto prima dalla misura. In questo senso non parlerei di risparmio, ma di platea molto più mobile. I numeri circolati in questi giorni – dice ancora – appartengono a una bozza di lavoro superata: 12 articoli non sono una riforma”. 

Mentre sui requisiti di accesso, continua Calderone, “sicuramente per le famiglie numerose l’Isee terrà conto anche dell’apporto fornito dall’Assegno unico per i figli, in modo tale da ricevere più di ora. Così andiamo a correggere una delle storture del Reddito, segnalate anche dalla Commissione Saraceno: uno strumento che dava troppo al singolo e troppo poco ai nuclei con figli. Secondo questa logica, l’aiuto per l’affitto andrà a chi ne ha davvero bisogno, come le famiglie con figli e gli over 60. La pensione di cittadinanza sarà inglobata nella nuova misura”. “La relazione tecnica alla manovra individua 404 mila occupabili, ma ben 300 mila – il 75% – sono singoli. Questa platea va messa subito in grado di attivarsi” dice Calderone. 

Secondo quanto anticipato giorni fa dal Corriere della sera la riforma del reddito di cittadinanza si chiamerà Mia (Misura di inclusione attiva) e potrebbe prendere il via già nel 2023 al termine della proroga di sette mesi concessa all’attuale Rdc. Federico Freni, parlamentare della Lega e sottosegretario al ministero dell’Economia, ad Agorà Rai Tre ha spiegato che “Mia nasce dalla volontà di risolvere il tema delle politiche attive e di spostare quello che oggi è un sussidio sul tema della politica attiva”.  

“Quindi, ovviamente – ha sottolineato Freni – non è una retromarcia. Si era detto che si sarebbe cambiato il Reddito di cittadinanza. Si era detto che si sarebbe immaginata una misura che avrebbe consentito a chi non può lavorare di essere sostenuto e a chi non vuole lavorare di dover lavorare per forza, se la vuole. E questo si sta facendo… Con il Mia ci sarà, entro certi limiti, con determinate possibilità, la concorrenza tra lavoro e Reddito di cittadinanza”. 

(Adnkronos)