(Adnkronos) –
Stanno cambiando gli orientamenti in materia di sanità. Alla vigilia della XIX legislatura, il 75% degli italiani non crede che siano realizzabili i grandi obiettivi della sanità di domani: la riorganizzazione del territorio, il potenziamento degli organici, il superamento delle liste di attesa, la centralità del paziente. Domina lo scetticismo anche fra degli operatori sanitari, che per il 64% ritengono inadeguate le risorse del Pnrr destinate alla sanità, mentre il 69% dei soli medici ritiene che queste risorse potrebbero essere sfruttate meglio. Sono solo alcuni dei dati di un ampio studio di scenario sulla sanità italiana, presentati in apertura dei lavori del Bhave Summit che si è tenuto a Milano e a Roma in questi giorni, e diffusi in una nota dalla start-up specializzata nell’osservazione e nell’analisi predittiva dei comportamenti, che pone la sanità al centro del proprio campo d’azione.
Il rapporto medico-paziente e i bisogni di salute, il partenariato pubblico-privato, l’informazione e la divulgazione scientifica sono stati gli argomenti al centro di altrettanti momenti di confronto nell’ambito del summit, un appuntamento annuale durante il quale manager, clinici e stakeholder si sono confrontati per conoscere e analizzare le logiche dei processi decisionali umani, le cui ricadute possono condizionare le scelte in sanità. Obiettivo: conoscere i processi decisionali alla base dei comportamenti umani e gli elementi che questi possono condizionare nel quadro di una irrinunciabile sostenibilità del sistema.
“In sanità – afferma Lucio Corsaro, fondatore di Bhave e animatore del summit – conoscere e pesare il processo decisionale degli individui e come le persone possono essere influenzate consente di adottare le scelte più idonee, più intelligenti e informate. Tutto questo va a sicuro vantaggio di coloro che pongono la sanità al centro del proprio impegno professionale. Il marketing comportamentale consente di rispondere con efficacia alle istanze e ai problemi concreti posti dalla sanità di oggi e da quella prossima ventura, nella quale l’innovazione e la tecnologia sono e saranno fattori dominanti”.
L’analisi sviluppata da Bhave conferma inoltre il progressivo affermarsi di una domanda di salute sempre più personalizzata e legata alle innovazioni tecnologiche, oltre che alla conoscenza della genetica. Una domanda focalizzata inoltre sull’integrazione fra i bisogni sociali e sanitari, e attenta infine all’integrazione di big e small data.
Nello stesso tempo, però, l’indagine segnala che ben il 74% degli operatori sanitari non si dichiara pronto a fronteggiare questi incalzanti cambiamenti per far fronte ai quali servirebbero nuove risorse e una potente attività di formazione: tutti costi ulteriori, forse difficilmente sostenibili, se si considera – sempre secondo quanto emerge dall’analisi di Bhave – che solo il 45% dei cittadini sarebbe disposto ad accedere al Mes (Meccanismo europeo di stabilità) per garantire un welfare migliore e più equo.