(Adnkronos) –
“Deposito il contenuto dei messaggi che ha scritto a me il conduttore di Report Ranucci alla Commissione di Vigilanza, all’amministratore delegato della Rai e alla Procura”. Lo annuncia il commissario Andrea Ruggieri, deputato di Forza Italia, mentre è in corso l’audizione dell’amministratore delegato della Rai, Carlo Fuortes, spiegando nel dettaglio le ragioni dela sua denuncia.
“Nella seduta del 24 novembre in questa commissione si è data una sommaria lettura di una lettera anonima che riguardava il conduttore di Report. Io in quella occasione mi limitai a dire che la lettera, arrivata anche a me, era dettagliata ma anche anonima. E per questo ero stato il primo a cestinarla. Fu, quindi, la mia, una informazione neutra, riconosciuta come tale persino dal Fatto Quotidiano. Il giorno dopo il conduttore di Report mi chiama al telefono del tutto autonomamente perché io non ho neppure il piacere di conoscerlo. E siccome non rispondo, mi scrive dei messaggi cosa già abbastanza anomala visto che sono messaggi di un soggetto vigilato a un soggetto vigilante. Ranucci mi scrive un primo sms abbastanza aggressivo, allusivo e minatorio in cui accusa me e il senatore Faraone di aver tenuto un comportamento vergognoso. Quanto al mio intervento, che come ho detto era piuttosto neutro, Ranucci dice ‘è un intervento comico perché fatto da uno che ha come capo (inteso Silvio Berlusconi) il top player del bullismo sessuale mondiale”, afferma il deputato
“Ranucci – scandisce ancora Ruggieri – prosegue e dice ‘è ancora più comico che il suo intervento sia stato ripreso da un giornale che ha come direttore uno che, secondo segnalazioni arrivatemi in redazione, adesca dei minorenni. Ranucci si riferisce per forza a Travaglio o Minzolini giacché sono gli unici che il giorno dopo riprendono la notizia. Ma il dubbio verrà poi fugato nei messaggi successivi quando ribadisce di nuovo il concetto. Non pago Ranucci mi scrive che lui è in possesso di dossier anonimi su politici che usano cocaina. A quel punto rispondo che il suo sms per me è inaccettabile. Rivela un pregiudizio politico, diffama colleghi giornalisti e politici, incluso un leader di partito, il mio, e sono peraltro diretti a uno, il sottoscritto, che in Vigilanza non lo ha attaccato, ma anzi a sorpresa, lo ha quasi definito”.
“Ma Ranucci prosegue e allude a un’altra minaccia. E scrive che a lui arrivano decine di dossier su tutti i politici, ‘anche su di voi’ (cioè noi) tra uso di cocaina e scene da basso impero su yacht. Poi scrive ‘tu e anche il tuo capo’ e cioè io e Berlusconi siete pratici di bullismo sessuale. E quando io gli chiedo, facendo ironia, se lui gestisca una redazione giornalistica o un centro di raccolta di dossier, lui mi risponde di averne 78mila. E prosegue dicendo che io e altri siamo delle ‘merde’ e mi augura che quello che è accaduto a lui, capiti anche a me con la mia compagna e mia figlia (che in realtà non è mia)”, racconta ancora il parlamentare di Forza Italia alla Vigilanza.
“Infine – continua Ruggieri – Ranucci mi rimprovera di non averlo avvisato. Io ovviamente non sapevo che sarebbe stato fatto cenno alla lettera in quella seduta. Ma non basta. Secondo lei – chiede Ruggieri a Fuortes – questo comportamento, documentato nero su bianco e del tutto ingiustificabile , è compatibile con la direzione di rete e con la responsabilità e la conduzione di un programma di inchiesta che dovrebbe essere come la moglie di Cesare ‘apparire oltre che essere al di sopra delle parti? Io non credo sia compatibile. Mi appello a lei perché l’azienda prenda provvedimenti a tutela di Report, ma anche di questo consesso e cioè della Vigilanza che non è una cupola da calunniare o minacciare a mezzo dossier, ma è semplicemente rappresentante dell’editore che mette in onda Ranucci, Report e tutti i suoi colleghi nessuno dei quali si è mai rivolto in modo così minaccioso e calunnioso verso nessun parlamentare italiano che sta solo esercitando le sue funzioni. Se un comportamento del genere dovesse rimanere impunito, costituirebbe un precedente abbastanza inquietante e cioè che un conduttore rai può contattare minacciare, insultare un membro del Parlamento, diffamare liberamente, proseguendo magari nelle sue funzioni avendo stracciato la legge e il codice etico della Rai. Il destino di una trasmissione prescinde dal destino di chi la conduce”.