(Adnkronos) – Fake news sulle armi chimiche ucraine, attacchi al presidente Volodymyr Zelensky, critiche al premier italiano Mario Draghi per l’aumento dei prezzi. Sono alcuni degli elementi al centro della disinformazione che viaggia parallelamente alla guerra tra Ucraina e Russia: il tutto, con i social a fare da cassa di risonanza, è riassunto nel bollettino di 7 pagine, desecretato oggi su indicazione del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Franco Gabrielli.
“Tra le tendenze emerse più di recente” il bollettino sulla minaccia ibrida registra “un’inversione di trend della disinformazione russa che ha subito un forte rallentamento nella sua intensità e l’adozione di una postura difensiva”.Il bollettino rileva anche “un generale rallentamento nelle attività di influenza cinesi”.
Telegram, dove proliferano gruppi e canali “con profili di contiguità con i movimenti antisistema no-vax/no-greenpass”, ma anche la “piattaforma Facebook” e il “social media Twitter”, che “si conferma cassa di risonanza per fake news e propaganda”. E’ qui che viaggia la disinformazione filo-russa, stando a quanto riportato dal bollettino.
“Tra i momenti più significativi osservati nel periodo in esame – si legge nel documento – spicca l’intervista rilasciata dal ministro degli Affari esteri russo Lavrov a ‘ZonaBianca’, che ha catalizzato a lungo il dibattito sulle principali piattaforme social (e non solo su queste), nel cui ambito diversi passaggi dell’intervento sono stati ripresi e strumentalizzati in chiave disinformativa”.
“A partire dalla seconda metà di aprile, le narrative diffuse sui canali online dalla propaganda russa hanno continuato a riguardare la presenza di biolaboratori occidentali in Ucraina, l’impiego di armi chimiche da parte di quest’ultima come pretesto per operazioni flase flag, la denazificazione di quella Nazionale, la Russofobia, la brutalità dell’esercito di Kiev in contrapposizione alle presunte gesta eroiche dei soldati russi, nonché la strumentalizzazione dei sondaggi relativi alla guerra e i costanti attacchi all’immagine di Zelensky”, si legge.
Anche la spilla da giacca con l’emblema della Nato indossata in qualche occasione dal premier Mario Draghi è servita ad alimentare la disinformazione pro-Cremlino, con “un costante flusso di immagini” dell’accessorio “strumentalizzato per giustificare una presunta aspirazione personale del premier a diventare Segretario generale dell’Alleanza, per la quale” il presidente del Consiglio “porrebbe a rischio la sicurezza della sua stessa nazione”.
Tra le “narrative inedite” rilevate dal bollettino, anche “le critiche all’operato del presidente del Consiglio Mario Draghi, ritenuto responsabile – con la linea d’azione adottata dal suo governo – dell’aumento dei prezzi dei generi alimentari ed energetici, della chiusura di numerose aziende, nonché di aver colpito il popolo italiano con misure sanitarie inutili e di trascinare il Paese in guerra. In tale ottica – si legge nel documento – si evidenzia la contrapposizione, enfatizzata in chiave divisiva in taluni social, tra la scelta della Germania di non rinunciare al gas russo, tutelando così il popolo tedesco, e quello del premier Draghi, descritto come allineato alle decisioni americane e disinteressato alle sorti del suo popolo”.