Salvini: “Ultimatum a Draghi? No, ma vogliamo risposte”

(Adnkronos) – “Ultimatum a Draghi? No, le risposte non le aspetta Salvini, ci sono milioni di italiani che temono l’arrivo dell’autunno”. Così Matteo Salvini, ospite di ‘Radio anch’io’ su Rai radio 1. Cosa deve fare il governo? “Fondamentale rinnovare lo sconto benzina, adeguare stipendi e pensioni, senza tornare alla scala mobile, capire come tutelare il salario, temi immediati”. “E poi la pace fiscale”, aggiunge. “Noi – spiega – siamo al governo per aiutare gli italiani, fino a oggi su pace fiscale e stipendi e pensioni non è stato fatto nulla”. 

La riforma Cartabia? “Se ci sono i numeri verrà approvata”, continua sul tema della riforma oggi in Senato. “Ci sono i nostri emendamenti – avverte – chi vuole cambiare la giustizia li voterà”. 

Da Draghi “attendo risposte entro l’estate”. Aveva detto stamane Salvini, in un’intervista al Corriere della Sera, dove aveva fatto sapere che la Lega teme “un autunno molto difficile”. “Ci sono tre mesi per sminare il terreno. Torneremo sul pratone di Pontida il 18 settembre. Per quella data vogliamo risposte” dal governo, spiega, facendo capire che la permanenza al governo non è più scontata. “Abbiamo deciso di appoggiare il governo perché era necessario non lasciare il Paese nelle mani di Pd e 5 Stelle che lo stavano sfasciando. Ora tutti quei dirigenti e militanti, compresi Zaia e Fedriga, che credevano in Draghi e in questo governo col perseverare degli errori di Speranza e Lamorgese, di Bianchi e Giovannini, mi chiedono di rifletterci bene”, racconta. “Draghi – avverte – deve sapere che ci sono temi su cui non siamo disposti a transigere”. Salvini tira in ballo la delusione dei “ceti produttivi che un tempo apparivano entusiasti di Draghi”. 

“I nostri elettori preferiscono stare a casa – spiega – sindaci e militanti mi segnalano una crescente insofferenza verso un governo che appare sbilanciato a sinistra su troppi temi. Su pace fiscale, pensioni, immigrazione, giustizia. Serve un cambio di passo”. Salvini detta l’agenda, la sua to do list che il governo si dovrà impegnare a seguire: a partire dalla pace fiscale “a beneficio non dei grandi evasori, superare definitivamente la Fornero trovando l’accordo su quota 41 entro la fine dell’anno. Quindi, sigillare i confini visto che dall’inizio dell’anno si contano già 22 mila arrivi. Difendere il potere d’acquisto di salari e pensioni. Tutelare l’ordine pubblico nelle grandi città. Confermare il taglio delle accise e i fondi contro il caro energia”.  

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