Sanità, report ATMP: 216 giorni per accesso a terapie avanzate e resta divario Nord-Sud

(Adnkronos) – L’accesso dei farmaci e, in particolare, alle terapie avanzate, in sigla ATMP (Advanced Therapy Medicinal Product) è un tema caratterizzato da particolare complessità. In media ci vogliono 216 giorni, valore medio nazionale, ma esiste una eterogeneità regionale in termini di accesso del prodotto nel territorio (individuato come tempo per il primo acquisto regionale a seguito della Determina di prezzo e rimborso). Con differenza importanti tra Regioni del Nord (155 giorni), del Centro (126 giorni) e del Sud (249 giorni). Sul fronte dei consumi nelle Regioni del Nord e del Centro sono il doppio di quelli del Sud, dato che dipende anche da una maggiore concentrazione di centri attivi nelle Regioni del Nord e, quindi, da una possibile mobilità in ingresso elevata. Sono alcuni dati dell’analisi condotta dall’Agenzia del farmaco (AIFA) e riportata nel VI Report italiano sulle terapie avanzate realizzato dall’ATMP Forum (www.atmpforum.com) e presentato oggi a Roma nel corso dell’evento di presentazione dedicato. 

In questa edizione – spiega una nota – il report presenta anche una panoramica sugli indirizzi della ricerca, un approfondimento su uso, accesso e disponibilità delle terapie avanzate in Italia (a cura del Settore Hta dell’AIFA), nonché i risultati di recenti iniziative quali la prospettiva regionale in termini di programmazione ed organizzazione e l’importanza di una corretta comunicazione al paziente e loro maggiore coinvolgimento nel percorso di cura. Il documento fornisce anche l’aggiornamento del panorama regolatorio degli ATMP in Europa, inclusi i progressi nel processo di valutazione e approvazione, nonché le terapie che sono state ritirate dal mercato. “Le terapie avanzate – afferma Francesco Trotta, Direttore Settore Health Technology Assessment, AIFA – sono disponibili su tutto il territorio nazionale, in aumento dal 2019 e assorbono ad oggi un numero limitato di risorse economiche. Queste terapie sono farmaci innovativi e gravano quasi integralmente su fondi dedicati ai farmaci innovativi. Si riscontra come sia presente una eterogeneità regionale in termini di consumi, con dati che al Nord e al Centro sono il doppio che al Sud, il che è funzione anche di una maggiore concentrazione di centri attivi riscontrati nelle regioni del Nord e potrebbero essere dovuti non solo ad una maggiore domanda, ma anche alla mobilità regionale che rimane tuttavia da esplorare”.  

Gli ATMP sono, infatti, contraddistinti da innovatività del processo produttivo e al tempo stesso da incertezza su dimensione e durabilità degli effetti, disallineamento strutturale tra costi e benefici/costi evitati e spesso da processi assistenziali complessi. “La maggior parte degli ATMP finora approvati – sottolinea Francesco Saverio Mennini, professore di Economia sanitaria ed Economia politica e direttore Eehta-Ceis, Facoltà di Economia, Università di Roma Tor Vergata e presidente SIHTA – sono terapie one-shot, ovvero terapie che vengono somministrate una sola volta. Il Servizio sanitario nazionale (SSN) si assume l’onere finanziario di pagare queste terapie all’erogazione, i cui vantaggi in termini di beneficio clinico e di costi evitati associati a tale beneficio si verificano in modo dilatato nel tempo, laddove nel sistema sanitario italiano l’approccio della gestione delle risorse è di breve periodo”. 

 

Un altro nodo fondamentale nel mondo delle terapie avanzate sono i pazienti e i loro caregiver, che si trovano a dover affrontare tutte le complessità legate, da un lato all’innovazione tecnologica della terapia in sé, e dall’altro dalle caratteristiche delle patologie spesso rare e invalidanti. “Il mondo delle terapie avanzate – ribadisce Annalisa Scopinaro, Presidente Uniamo, Federazione italiana malattie rare – è caratterizzato da criticità e sfide nuove e diverse da quelle dei farmaci tradizionali. Necessita di un dialogo costante tra tutti gli attori che ne fanno parte. Una delle tematiche che più necessita attenzione è quella della comunicazione e del flusso di informazioni al paziente. Chi si trova ad affrontare questo tipo di terapia ha bisogno di una comunicazione specifica e di una gestione dell’informazione continua lungo tutto il suo percorso. E’ quanto mai necessario lavorare sui temi dell’informazione corretta e che arrivi al paziente – che potrebbe anche essere diffidente rispetto a queste opzioni terapeutiche – in un formato chiaro e – conclude – puntuale”. 

(Adnkronos)