Scienza e donne, Wolf Prize Chimica alla lincea Carolyn R. Bertozzi

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Dopo quello per la Fisica, anche il Wolf Prize per la Chimica 2022 è stato assegnato ad una donna e anche lei socia dell’Accademia dei Lincei: Carolyn R. Bertozzi. La scienziata ha ricevuto il prestigioso riconoscimento, spesso preludio del Nobel come è stato per Giorgio Parisi, insieme con Bassler e Cravatt

“per i loro contributi seminali alla comprensione della chimica della comunicazione cellulare e all’invenzione di metodologie chimiche per studiare il ruolo di carboidrati, lipidi e proteine in tali processi biologici”. Bertozzi, biologa chimica americana della Stanford University e dell’Howard Hughes Medical Institute, è nota per aver sviluppato tecnologie innovative che hanno aperto nuove strade per la scoperta biologica e lo sviluppo terapeutico. Interessata alla scienza fin da bambina, Bertozzi si è laureata in chimica alla Harvard University nel 1988 e ha conseguito il dottorato in chimica alla Uc Berkeley nel 1993, entrando a far parte della facoltà della Uc Berkeley nel 1996.  

Nel giugno 2015 Bertozzi ha iniziato il suo lavoro alla Stanford University, in coincidenza con il lancio dell’istituto ChEm-H di Stanford. La ricerca di Carolyn Bertozzi si è concentrata sul profiling dei cambiamenti nella glicosilazione della superficie cellulare associati al cancro, all’infiammazione e all’infezione. Ha inventato il campo della chimica biorigonale, che permette ai ricercatori di modificare chimicamente le molecole all’interno dei sistemi viventi senza interferire con i processi biochimici nativi. Attraverso di essa, Bertozzi ha fatto delle scoperte fondamentali nella comprensione del glicocalice, la superficie cellulare fortemente glicosilata che si trova su quasi tutte le cellule e che serve come mediatore per le interazioni cellula-cellula, e sullo sfruttamento di queste informazioni per lo sviluppo di approcci diagnostici e terapeutici, nell’area dell’immuno-oncologia ma anche della tubercolosi e, più recentemente, del Covid-19, tecnologie innovative commercializzate per applicazioni sia cliniche che di ricerca.  

Da sempre impegnata nel mentoring, Carolyn Bertozzi “riceve il Premio Wolf per essere stata pioniera della chimica biorigonale e per aver compreso il glicocalice e il suo ruolo sia nella salute che nella malattia, permettendo così la bioimmagine, la chemioproteomica
e la somministrazione di farmaci in vivo”. Socia straniera dell’Accademia Nazionale dei Lincei, Bertozzi è membro eletto della National Academy of Medicine, della National Academy of Sciences e della American Academy of Arts and Sciences. Ha anche ricevuto il premio Lemelson-Mit, una borsa di studio della Fondazione MacArthur, il premio Chemistry for the Future Solvay e molti altri. 

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