(Adnkronos) – “Siamo felici e sollevati dell’esito, ma una giustizia che arriva così tardi non è necessariamente una buona giustizia e un buon servizio per i cittadini”. Così l’ex sindaco di Lodi, Simone Uggetti, scoppiato in lacrime in aula, dopo essere stato assolto dalla corte d’appello di Milano dall’accusa di turbativa d’asta in un bando per la gestione delle piscine estive. Un’assoluzione – ha sottolineato l’ex primo cittadino – arrivata “dopo sette anni di sofferenza incredibile mia e delle altre persone che sono state coinvolte ingiustamente in questo processo”.
Insieme a lui sono stati assolti anche i due coimputati, l’avvocato Cristiano Marini e il vicesegretario del Comune di Lodi, Giuseppe Demuro, a cui Uggetti si è stretto in un abbraccio commosso, subito dopo la lettura della sentenza. I tre sono stati ritenuti dalla corte “non punibili” per la “particolare tenuità del fatto” (art. 131 bis del codice penale). Una decisione nel merito che non potrà essere impugnata dal pg Massimo Gaballo.
Per Uggetti “la verità processuale è emersa dopo quella fattuale, già evidenziata nei procedenti gradi di giudizio”, ovvero che “tutte le persone coinvolte in questo procedimento hanno solo ed esclusivamente agito per interesse pubblico”. Questo perché “sin dall’inizio”, nel maggio 2016, “c’è stato uno sbilanciamento” con l’arresto e la custodia in carcere, una misura cautelare “al di fuori di ogni criterio giuridico” che poi “ha profondamente compromesso l’inizio di questa lunga e tormentata maratona giudiziaria”.
“Al di fuori del contesto emotivo, ci dev’essere una riflessione molto seria su un equilibrio tra diritto penale e responsabilità amministrativa”, perché “non può essere che sindaci, assessori e anche funzionari abbiano il terrore della firma, il terrore del fare o del non fare” dice l’ex sindaco Pd di Lodi. “Ringrazio tutti i magistrati che si sono adoperati in questi quattro gradi di giudizio”, ha detto Uggetti, condannato in primo grado dal tribunale di Lodi nel 2018 e assolto in secondo dalla corte di appello di Milano nel 2021. Sentenza poi annullata con rinvio dalla Cassazione lo scorso anno, prima dell’assoluzione definitiva decisa oggi in appello bis.
“Bisogna in maniera accurata e selettiva andare a colpire i malfattori, i corruttori, i concussori, quelli che commettono reati di peculato e malversazione, non chi, magari facendo anche degli errori come è umano, cerca di perseguire l’interesse pubblico. Questo dev’essere il barometro di un rapporto nuovo ed equilibrato tra giustizia e chi opera nell’amministrazione pubblica”, ha concluso l’ex sindaco Dem.