Sopravvissuto: “Su strage Borsellino verità più vicina”

(Adnkronos) – (di Elvira Terranova) – “Piano, piano stiamo arrivando alla verità. Finalmente, dei giudici hanno messo nero su bianco che non fu solo Cosa nostra a uccidere il giudice Borsellino. Ma la strada per arrivare a tutta la verità è ancora lunga”. A dirlo all’Adnkronos è Antonio Vullo, l’unico agente di scorta di Paolo Borsellino sopravvissuto alla strage di Via D’Amelio. Vullo ha appena appreso delle motivazioni scritte dai giudici del Tribunale di Caltanissetta sul processo depistaggio. In cui viene scritto che a volere la morte del magistrato non fu solo la mafia ma anche “soggetti esterni” e che l’agenda rossa fu rubata in via D’Amelio da persone non riconducibili ai boss. “A meno di non ipotizzare scenari inverosimili – scrivono i giudici – di appartenenti a Cosa nostra che si aggirano in mezzo a decine di esponenti delle forze dell’ordine, puo’ ritenersi certo che la sparizione dell’agenda rossa non è riconducibile ad una attività materiale di Cosa nostra”. Ne discendono, per i giudici, “due ulteriori logiche conseguenze. In primo luogo, l’appartenenza istituzionale di chi ebbe a sottrarre materialmente l’agenda. Gli elementi in capo non consentono l’esatta individuazione della persona fisica che procedette all’asportazione dell’agenda senza cadere nella pletora delle alternative logicamente possibili, ma è indubbio che puo’ essersi trattato solo di chi, per funzioni ricoperte, poteva intervenire indisturbato in quel determinato contesto spazio-temporale e per conoscenze pregresse sapeva cosa era necessario e opportuno sottrarre”.  

“Ancora non conosciamo tutta la verità – dice ancora Vullo – non sappiamo il perché il dottore (Borsellino ndr) è stato eliminato cosi frettolosamente e chi si aggirava subito dopo la strage tra i rottami di via D’Amelio”. “Abbiamo visto chi ha preso la borsa e come si sono svolti i fatti- dice – ma non abbiamo ancora riconducibilità all’agenda rossa”. 

Per Vullo “è molto importante che i giudici abbiano evidenziato che non è stata Cosa nostra a fare sparire l’agenda rossa” anche se “il lavoro è ancora lungo, ma è un ulteriore passo verso la verità”. Un “passo importante, perché è stato scritto quello che è successo, cioè che la strage non fu voluta solo dalla mafia ma da soggetti esterni a cosa nostra. Si scopriranno? Lo speriamo, anche perché lo vogliamo sapere a tutti i costi, non solo per noi ma per chi vive nella legalità”. 

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