La ripartenza post pandemia è il tema del primo dei forum previsti nell’ambito del terzo International Annual Meeting SudeFuturiIII – (R)innoviamo il Mezzogiorno, organizzato al Castello Ruffo dalla Fondazione Magna Grecia. Dopo i saluti istituzionali si è entrati nel vivo con gli interventi del giornalista Antonio Padellaro, del presidente della Fondazione Magna Grecia Nino Foti e del vicecapo della Protezione Civile Nazionale Immacolata Postiglione, coordinati dal giornalista e direttore di Rai Storia Paolo Mieli.
Immacolata Postiglione, vicecapo protezione civile, ha sottolineato che il “Pnrr rappresenta una grandissima sfida e occasione per il Sud e il fatto che sia collegato a un momento di ripartenza non può che far pensare alle tante ripartenze di questo Paese, anche se non possono essere paragonare alla pandemia, quali terremoti, frane, alluvioni, incendi. Il tema della ripartenza dovremmo cominciare a viverlo come uno dei nuovi inizi. Se vogliamo parlare di infrastrutture e ripartenza, ci si deve mettere d’accordo sulle priorità. Ovviamente il tema delle opere pubbliche è di grande interesse, ma tra le priorità c’è la messa in sicurezza del territorio: se sarà ai primi posti cominceremo a ragionare su una ripartenza in maniera diversa. La Calabria ha tutti i Comuni classificati come alta criticità. Se leggiamo la messa in sicurezza come una grande opera di prevenzione allora gli interventi affonderanno le radici su qualcosa di solido”.
Riprendendo le dichiarazioni del viceprefetto vicario Caracciolo, il giornalista Alessandro Russo ha passato la parola a Padellaro, che ha subito messo in chiaro che “per chi vuole ragionare sul futuro prossimo del Mezzogiorno e della Calabria è necessario avere ben chiara una triangolazione di potere. A partire dalla Commissione Europea, che ha dato un finanziamento gigantesco, parte del quale sicuramente arriverà al Sud, ma che ha chiesto molte garanzie perché il denaro non vada disperso, tenendo peraltro presente che nel caso in cui Italia non rispettasse gli impegni assunti, si potrebbero perdere i finanziamenti. Il secondo vertice del triangolo è Draghi: un presidente di fortissima autorevolezza personale oltre che per il compito che svolge, che è il garante di tante cose agli occhi del mondo, compreso il Pnrr, perché il rischio che parte di questi soldi finisca nei mille rivoli del clientelismo e nelle mani delle mafie è un pericolo reale. Il terzo vertice è rappresentato dal presidente Mattarella, che ha dimostrato di non essere una figura formale. E proprio lui, visitando il Comando Generale della Guardia di Finanza disse che bisogna fare attenzione perché le somme che arrivano dalla Ue non devono finire nelle mani di chi le gestirebbe in maniera illegale”.