(Adnkronos) – “Possiamo rassicurare i nostri clienti: nel breve periodo non ci aspettiamo scaffali vuoti nei nostri punti vendita, il nostro sistema sta reggendo. Ci saranno delle difficoltà nel nostro lavoro, certo, ma questo non si ripercuoterà sui prodotti disponibili. L’olio di semi di girasole? Sui nostri scaffali non manca, anche l’Ungheria ne è produttore oltre l’Ucraina e noi ci riforniamo anche da quel Paese, è uno dei nostri due fornitori”. Così, intervistato da Adnkronos/Labitalia, Marcello Caldarella, corporate communications manager & spokesperson di Penny Market, catena tedesca di supermercati discount presente con oltre 400 punti vendita nel nostro Paese e in continua espansione, sull’allarme scaffali vuoti nei supermercati e prodotti mancanti per le tensioni legate al conflitto in Ucraina.
“La situazione è in divenire -continua Caldarella- ma posso ricordare che nell’emergenza Covid Penny Market ha avuto sempre i negozi riforniti, anche in provincia di Bergamo e anche quando giravano le foto degli scaffali vuoti nei supermercati. Il motivo dipende dalla nostra struttura logistica che è basata su 7 punti di distribuzione su tutto il territorio nazionale, più piccoli rispetto ai grandi centri di distribuzione di altri competitors, ma questa diversificazione logistica ci ha permesso di intervenire su alcune regioni o alcuni negozi quando il centro di distribuzione di quella specifica area fosse interessato da lockdown o zona rossa”, sottolinea.
Certo, le criticità in questi giorni non mancheranno. “Ci aspettiamo difficoltà nostre interne nel gestire i processi che i nostri clienti al momento non rileveranno. Il discount fa dell’efficienza dei propri processi la sua linfa vitale, e i processi sono efficientati a più livelli”, sottolinea.
E la dimostrazione concreta del modello ‘Penny market’, spiega Caldarella, sta nelle azioni messe in campo per fronteggiare lo sciopero dei tir contro il caro-carburante proclamato lo scorso 14 marzo e poi bloccato dal Garante.
“Penny Market -spiega- aveva anticipato, anche se a fatica e con costi maggiori, tutte le consegne dei primi due giorni di questa settimana al week end. La nostra logistica si è impegnata al massimo e se lo sciopero fosse stato confermato i nostri clienti non avrebbero avuto problemi. In queste situazioni serve quindi analisi, attenzione sul territorio, struttura logistica e capacità di reagire che il canale discount ha di più nel suo dna”, conclude.