Ucraina, la moglie di Zelensky: “Vorrei mio marito vicino, ai figli manca il padre”

(Adnkronos) – E’ ”una famiglia separata” quella del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Che è ”diventato una figura storica”, ma resta un marito e un padre. Ed è in questo ruolo che ”manca” alla sua famiglia, alla moglie Olena Zelenska e ai figli della coppia. A raccontare l’impatto che la guerra lanciata dalla Russia contro l’Ucraina ha avuto sulla sua famiglia è la stessa first lady in una intervista alla Bbc. “Potrebbe sembrare un po’ egoista, ma ho bisogno che mio marito, non una figura storica, sia al mio fianco”, ha detto Zelenska, aggiungendo che ”restiamo forti, abbiamo forza sia emotivamente che fisicamente. E sono sicura che ce la faremo insieme”. 

Insieme, il presidente e sua moglie, hanno già fatto tanto e in diversi ambiti. Innamorati dai tempi del liceo, hanno lavorato fianco a fianco in televisione, lui come comico e lei come sceneggiatrice. Ma ora ”non viviamo più insieme, con mio marito. La famiglia è separata. Abbiamo l’opportunità di vederci, ma non così spesso come vorremmo. A mio figlio manca suo padre”, racconta. Parlando della figli della coppia, la first lady dice che “mi addolora vedere che non pianificano nulla. A quell’età, sono giovani. Mia figlia ha 19 anni. Sognano di viaggiare, nuove sensazioni, emozioni. Lei non ha queste opportunità”. 

Sul marito, al di là di quello che definisce il suo desiderio ”egoistico” di moglie, Zelenska dice che “ha veramente l’energia, la forza di volontà, l’aspirazione e la testardaggine per affrontare questa guerra”. E ribadisce: “Credo in lui. E lo sostengo. So che ha abbastanza forza. Per qualsiasi altra persona che conosco, penso che sarebbe molto più dura questa situazione. E’ davvero una persona molto forte e resiliente. E questa resilienza è ciò di cui tutti abbiamo bisogno in questo momento”. Un momento in cui è ”necessario” cercare di vivere ”nelle condizioni esistenti”, abbandonando i luoghi segreti in cui viveva con i figli all’inizio della guerra e impegnandosi nel dialogo con i leader internazionali, oltre che a sostegno del suo popolo. 

“Spero davvero di poter ispirare qualcuno, di poter dare speranza o consigli a qualcuno. O dimostrare con il mio esempio che possiamo vivere, lavorare, andare avanti”, ha detto. Certo, ammette, ”nessuno può sapere cosa ci aspetta. Dopotutto, nessuno avrebbe potuto immaginare che nel ventunesimo secolo, nel cuore dell’Europa, sarebbe scoppiata una guerra del genere, che sarebbe stata così crudele. Una guerra sanguinosa”. Da non abbandonare è la ”grande speranza per la vittoria, ma non sappiamo quando arriverà. E questa lunga attesa, lo stress costante, hanno il loro prezzo”. 

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