(Adnkronos) – Dmitry Medvedev avverte che ogni tentativo di arrestare il presidente russo Vladimir Putin in base al mandato della Corte Penale internazionale (Cpi) sarebbe “una dichiarazione di guerra”. L’ex presidente russo, ora vice presidente del Consiglio di sicurezza della Federazione russa, ha commentato così le parole del ministro della Giustizia tedesco che prometteva l’arresto di Putin nel caso arrivi in Germania.
“E’ chiaro che non è mai accaduto, ma provate a immaginare che accada – ha detto Medvedev in un’intervista diffusa dai media russi -. L’attuale capo di un paese nucleare arriva nel territorio della, diciamo, Germania e viene arrestato. Che cos’è? Una dichiarazione di guerra alla Federazione Russa. E in questo caso tutta il nostro armamentario volerebbe contro il Bundestag, l’ufficio del cancelliere. Non capiscono che sarebbe un casus belli, una dichiarazione di guerra?”.
L’Ungheria ha intanto fatto sapere che non arresterà il presidente russo se dovesse entrare nel Paese. A dirlo il capo dello staff del primo ministro Viktor Orban, malgrado l’Ungheria abbia firmato e ratificato lo Statuto di Roma che ha istituito la Corte penale internazionale (Cpi).
Gergely Gulyas ha dichiarato durante un briefing che non ci sono motivi ragionevoli per ritenere che Putin abbia la responsabilità penale individuale. Quando gli è stato chiesto se il leader russo sarebbe stato arrestato se fosse venuto in Ungheria, il capo dello staff di Orban ha spiegato che lo Statuto di Roma non è stato integrato nell’ordinamento giuridico ungherese. “Possiamo fare riferimento alla legge ungherese e sulla base di essa non possiamo arrestare il presidente russo poiché lo statuto della Corte penale internazionale non è stato promulgato in Ungheria”, ha affermato. Poi sul mandato di arresto per Putin ha aggiunto che “queste decisioni non sono le più fortunate in quanto portano le cose verso un’ulteriore escalation e non verso la pace”.