Ucraina, Meloni arrivata a Kiev: vede Zelensky e presiede G7

(Adnkronos) – La premier Giorgia Meloni è arrivata a Kiev per una visita ufficiale – la seconda da capo del governo dopo quella dello scorso febbraio – nel giorno del secondo anniversario dell’invasione russa. Nelle prossime ore la leader di Fdi presiederà dalla capitale ucraina il primo g7 sotto presidenza italiana, al quale parteciperà in collegamento anche il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. 

A bordo di un treno partito dalla stazione di Przemysl, nel sud-est della Polonia, e dopo oltre 10 ore di viaggio a causa della chiusura dello spazio aereo ucraino, Meloni è giunta nella capitale ucraina insieme alla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. Presenti anche il premier belga Alexander De Croo (il Belgio ha la presidenza di turno dell’Ue), ed il primo ministro canadese, Justin Trudeau. Con quest’ultimo la premier italiana avrà un faccia a faccia nell’ambito di una visita in Canada il 2 marzo, il giorno dopo l’incontro con Joe Biden alla Casa Bianca. 

I quattro leader europei si uniranno a Zelensky, in una data altamente simbolica, mentre la controffensiva delle forze di Kiev non sembra aver dato i frutti sperati e, al contrario, si registra un’avanzata russa in diverse aree del Paese. 

 

La prima tappa della missione sarà all’aeroporto di Hostomel, dove Meloni incontrerà Zelensky. Un luogo che richiama la notizia secondo cui le autorità ucraine starebbero lavorando a un piano di riavvio – anche se parziale – dei collegamenti con alcuni Paesi europei. A Hostomel i due rilasceranno dichiarazioni alla stampa ed è possibile che arrivino novità anche sulla questione dell’annunciato accordo bilaterale di sicurezza tra Italia e Ucraina, sul modello di quelli che Kiev ha già siglato con Gran Bretagna, Germania e Francia. Un accordo “non giuridicamente vincolante”, ha precisato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. 

Successivamente i leader si riuniranno a Palazzo Mariinskyi, sede della presidenza ucraina. Qui si terrà una conferenza stampa a cinque Meloni-Von der Leyen-Zelensky-De Croo-Trudeau che precederà il summit in video collegamento del G7, che Meloni presiederà dalle 16 dalla cattedrale di Santa Sofia. 

“Penso che l’Occidente non debba dare da questo punto di vista segnali di stanchezza”, ha avvertito Meloni alla vigilia della visita, durante la quale ci dovrebbe essere anche un momento in cui ricorderà le vittime del conflitto con una tappa al muro dedicato ai caduti. 

 

Kiev, dopo due anni di strenua resistenza, appare in difficoltà. “Il nostro sostegno all’Ucraina non vacillerà, le democrazie mondiali non si divideranno, non ci stancheremo”, ha rilanciato Biden, sollecitando il Congresso ad approvare il pacchetto di aiuti da 60 miliardi di dollari perché “Kiev sta finendo le munizioni”. E intanto ha annunciato una serie di 500 nuove sanzioni contro la Russia anche per la morte di Alexei Navalny. 

Zelensky, che evidentemente insoddisfatto della situazione sul campo di battaglia ha cambiato i vertici dell’esercito, si mostra comunque fiducioso e in un’intervista a Fox News ha annunciato che “stiamo preparando alcune sorprese per la Russia. Il sud è importante. La difesa dell’est, dove i russi hanno più di 200mila soldati, è molto importante. Naturalmente prepareremo una nuova controffensiva, nuove operazioni”. 

L’Europa, intanto, continua a martellare sulla sanzioni contro Mosca. Ieri il Consiglio Ue ha adottato il tredicesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia che comprende misure restrittive su 106 individui e 88 società o enti. 

Ma Mosca non sembra avere intenzione di fermarsi. Anzi per voce di uno dei ‘falchi’, il vice presidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, è tornata a minacciare un’offensiva sulla capitale ucraina. “Sarà Kiev? Sì, probabilmente, dovrebbe essere Kiev. Se non ora, fra un po’ di tempo, forse in qualche altra fase dello sviluppo di questo conflitto”, ha scandito Medvedev, che ha rincarato la dose spiegando che “stiamo parlando di una città russa, che ora è controllata da una brigata internazionale di oppositori della Russia, guidata dagli Stati Uniti. Da qui nasce la minaccia all’esistenza del nostro Paese”. 

(Adnkronos)