Ucraina, Mosca conferma: “Colpito il porto di Odessa”

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L’esercito russo ha preso di mira il porto di Odessa all’indomani dell’accordo siglato a Istanbul per consentire la ripresa delle esportazioni di grano ucraine. Lo ha confermato la portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova, sul suo canale Telegram. 

“I missili hanno distrutto infrastrutture militari nel porto di Odessa con un attacco ad alta precisione”, ha dichiarato Zakharova in risposta a quanto affermato dal presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, secondo cui l’attacco contro Odessa “dimostra solo una cosa: non importa cosa la Russia dice e promette, troverà sempre il modo di non attuarlo”.  

LA TURCHIA E IL GRANO – La Turchia potrà acquistare il grano ucraino a un prezzo più conveniente rispetto agli altri Paesi grazie al ruolo di mediatrice e garante dell’accordo firmato venerdì a Istanbul, con il quale Kiev riprenderà le esportazioni di cereali attraverso il Mar Nero. Lo ha annunciato il capo della commissione Agricoltura del Parlamento turco, Yunus Kilic, in un’intervista al quotidiano Sabah. 

“I ministri di Russia e Ucraina hanno promesso verbalmente che la Turchia avrebbe ricevuto vantaggi in termini di prezzo di acquisto del grano”, ha detto Kilic commentando l’accordo di Istanbul, dal quale la Russia ha ricevuto anche garanzie per facilitare le esportazioni dei suoi fertilizzanti nonostante le sanzioni in vigore. 

LE PERDITE RUSSE – Ammonterebbero a 39.520 le perdite fra le fila russe dal giorno dell’attacco di Mosca all’Ucraina, lo scorso 24 febbraio, con dunque 280 soldati uccisi in un solo giorno. Lo rende noto il bollettino quotidiano dello Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine, appena diffuso su Facebook, che riporta cifre che non è possibile verificare in modo indipendente. Secondo il resoconto dei militari ucraini, a oggi le perdite russe sarebbero di circa 39.520 uomini, 1722 carri armati, 3942 mezzi corazzati, 869 sistemi d’artiglieria, 255 lanciarazzi multipli, 113 sistemi di difesa antiaerea. Stando al bollettino, che specifica che i dati sono in aggiornamento a causa degli intensi combattimenti, le forze russe avrebbero perso anche 221 aerei, 188 elicotteri, 2823 autoveicoli, 15 unità navali e 714 droni. 

L’INCONTRO TRA LAVROV E AL-SISI – Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha incontrato al Cairo il presidente egiziano, Abdel Fattah al-Sisi. Alcune immagini sono state pubblicate dalla portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, sul suo canale Telegram. 

Il capo della diplomazia russa è arrivato al Cairo ieri sera. La visita in Egitto apre il tour nei Paesi africani di Lavrov che è atteso nei prossimi giorni anche in Uganda, Etiopia e Repubblica del Congo. 

LE VITTIME STRANIERE – Un cittadino canadese e uno svedese sono morti insieme ai due americani che hanno recentemente perso la vita combattendo contro le forze russe nella regione del Donbass, nell’Ucraina orientale. Lo ha riferito a ‘Politico’ il comandante del battaglione a cui appartenevano, Ruslan Miroshnichenko. I due americani sono stati identificati dal Dipartimento di Stato come Luke ‘Skywalker’ Lucyszyn e Bryan Young. Entrambi sono morti il ​​18 luglio insieme al canadese Emile-Antoine Roy-Sirois e allo svedese Edvard Selander Patrignani, secondo il comandante. I governi di Canada e Svezia non hanno confermato la notizia. 

Tutti e quattro facevano parte di una forza operativa speciale internazionale all’interno delle Forze di Difesa Territoriale dell’esercito ucraino e sono caduti nella città di Hryhorivka in un’imboscata tesa carri armati russi. 

LA GUERRA TECNOLOGICA – Un esercito di droni e centinaia di migliaia di hacker per contrastare la Russia. Sono i progetti a cui sta lavorando Mykhailo Fedorov, uno dei quattro vice premier ucraini nonché ministro per la Trasformazione digitale, che in un’intervista al Corriere della Sera spiega nel dettaglio le sue idee. “Abbiamo testato tutti i nostri droni e abbiamo fatto una ricognizione dei bisogni dell’esercito su tutte le linee di difesa. Per capire quanti droni kamikaze, da ricognizione o d’attacco ci servono. Ora stiamo raccogliendo fondi per comprare i droni che servono al nostro esercito. Abbiamo già raccolto abbastanza per firmare contratti, fare acquisti, organizzare riparazioni e una scuola di formazione dei piloti”, afferma nell’intervista. 

Il ministro parla quindi del cyber-esercito di Kiev, precisando che è composto da “migliaia di specialisti volontari che lavorano per noi contro il nemico”. Si tratta di oltre 300mila hacker. “La Russia ci attacca e noi contrattacchiamo con i nostri hacker – conclude – Gli obiettivi sono quelli pubblici associati ai media, alla propaganda, i portali del Cremlino e del parlamento russo, società come Gazprom, banche come Sberbank”. 

 

 

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