Ucraina, padre Taras da Kiev: “Via Crucis con donna ucraina e russa? Non è opportuno”

(Adnkronos) – “Penso che non sia il tempo di mettere insieme una donna russa ed una ucraina a portare insieme la Croce, perché queste donne rappresentano i due paesi che sono in guerra. Quando una parte continua ad attaccare, e l’altra è vittima, non è ancora il momento di fare un’azione simile”. E’ la netta opinione all’AdnKronos di Padre Taras Zheplinsky da Kiev, giovane prete attivista del Dipartimento di comunicazione della Chiesa greco-cattolica d’Ucraina, che commenta così le polemiche in seguito all’annunciata idea di Papa Francesco e del Vaticano di far tenere una delle tredici stazioni della Via Crucis in programma al Colosseo a due donne, una russa e una ucraina insieme come gesto simbolico di pace.  

“È un gesto molto bello da parte del Papa ma non per questo periodo -incalza padre Taras- Quando mettiamo insieme una donna ucraina e una donna russa, questo è un gesto di pace e di perdono e riconciliazione. Ma prima deve finire la guerra, ed è necessario indicare l’attaccante, dire il suo nome. Quello che attacca dovrebbe prendersi la colpa, la responsabilità, poi ci può essere riconciliazione”. Se gli si oppone che la donna russa si è pronunciata contro la guerra, il 28enne parroco ucraino scandisce: “La donna rappresenta in questo contesto un paese che attacca da cinquanta giorni, di mettere aggressore e vittima insieme non è ancora il tempo. La croce di Caino non è quella di Abele”.  

Se è vero infatti, osserva padre Taras, che la Passione di Cristo è quella di portare la croce, “Ucraina e a Russia portano due croci diverse, e non è corretto che si mettano insieme a portare un’unica croce senza che ciò avvenga prima di aver giudicato e fermato l’aggressore”. Nei quotidiani, infatti, secondo l’avviso del prete di Kiev non è stato sottolineato che “si tratta di una donna russa ‘contro la guerra’. Il pubblico ha percepito semplicemente che queste due donne vengono accomunate, e questo non va bene in questo momento”. Il fatto comunque che la donna russa si sia espressa contro la guerra di Putin “va bene -aggiunge padre Taras- Tanti russi dovrebbero uscire di casa, alzare la testa e far vedere a Putin che loro non sono d’accordo con la guerra, perché questa è una guerra ingiusta. Se sei contro, lo devi dire”. 

(Adnkronos)