Ucraina, Putin: “Armi Usa? Le schiacciamo come noci”

(Adnkronos) –
Le armi americane all’Ucraina? “Stiamo schiacciando come noci i loro sistemi di difesa aerea”. Sono le parole del presidente russo Vladimir Putin in un’anticipazione di un’intervista a Rossiya-1, che sarà trasmessa domani integralmente. “Ne abbiamo distrutte decine” ha aggiunto Putin.  

LE ARMI DAGLI USA – I missili inviati dagli Usa all’Ucraina sono “esattamente quello di cui hanno bisogno per resistere all’aggressione russa”. Queste armi, ha spiegato il vice consigliere per la Sicurezza Nazionale, John Fines, “permetteranno agli ucraini di colpire con precisione obiettivi russi nel campo di battaglia”. “Noi pensiamo che questo corrisponda alle loro esigenze” ha ripetuto Finer parlando del sistema missilistico Himars che permette lanci fino a 80 chilometri.
 

KIEV – I colloqui con la Russia potranno continuare solo dopo che nuove armi saranno arrivate a Kiev e la posizione dell’Ucraina si sarà “rafforzata”. Sono le ‘condizioni’ poste da David Arakhamia, componente del team negoziale ucraino: “Al momento non vedo ragioni per avviare altri negoziati, fino a quando non ci sarà realmente qualche grande cambiamento al fronte”. “I negoziati devono continuare – ha insistito, parlando di una situazione in cui si fa “un passo avanti e due indietro” al fronte – quando la nostra posizione negoziale si sarà rafforzata. E al momento può essere rafforzata” se le armi “costantemente promesse dai partner internazionali alla fine arriveranno in quantità sufficienti”. 

Secondo Arakhamia, “le forze armate sono pronte a usarle, nuove brigate sono già state addestrate e formate, solo allora potremo avviare un nuovo round di negoziati”. 

L’AVVERTIMENTO DI LAVROV – La Russia avverte che la fornitura di lanciarazzi Usa a lungo raggio all’Ucraina potrebbe provocare un allargamento della guerra. “Un rischio del genere (di coinvolgimento di Paesi terzi) certamente esiste – ha ammonito il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov -. Quello che il regime di Kiev sta chiedendo in modo così categorico ai suoi padrini occidentali anzitutto supera tutti i limiti della decenza e della comunicazione diplomatica e, secondo, è una provocazione diretta tesa a coinvolgere l’Occidente nell’azione militare”. 

 

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