(Adnkronos) – ”L’operazione in Ucraina è senza dubbio molto complicata non tanto in termini logistici quanto dal punto di vista della sicurezza”. Lo ha detto Francesco Rocca, presidente della Croce Rossa italiana e di Ifrc, ospite di ‘Adnkronos Live’.
”Purtroppo abbiamo avuto enormi difficoltà di accesso ai corridoi umanitari in Ucraina. Non è la prima volta che accade, è la prima volta che c’è un’attenzione così forte da parte dei media ma è una cosa che accade più frequentemente nelle guerre moderne e uno degli aspetti che più ci preoccupa guardando al principio di civiltà che è rappresentato dalle convenzioni di Ginevra di cui la Croce Rossa è parte, cioè l’assistenza ai civili e alle vittime. Una volta c’era la possibilità di aver accesso, secondo la regola che ‘non si spara sulla Croce rossa’ e si portavano in salvo le vittime o si portavano aiuti”, sottolinea ad ‘Adnkronos Live’.
”Ci sono degli hub all’interno dell’Ucraina e poi abbiamo creato dei punti di raccolta al confine con la Romania, come Croce Rossa Italiana insieme alla Croce rossa romena, in modo che possano entrare gli aiuti giornalmente in maniera ordinata e che non si crei una pressione ulteriore sui colleghi ucraini in un momento così impegnativo. Tutto è fatto per alleggerire la pressione e fare in modo che la Croce Rossa Ucraina possa dedicarsi il più possibile alle persone e non a dividere i pacchetti”, ha poi spiegato Rocca.
”Non abbiamo fatto evacuazioni dalla prima linea – aggiunge -, abbiamo fatto evacuazioni dall’interno, da zone più sicure rispetto alla prima linea però di persone che arrivavano dal quelle aree come il Donbass. Al momento ne abbiamo portate in Italia 200 ma questo è solo il lavoro come Croce rossa italiana. Se guardiamo alle persone assistite dalla Croce rossa nel suo complesso parliamo di 400mila persone”.
E ancora: ”La Croce rossa italiana si è attivata da subito, sin dalle prime ore. Il nostro è un sistema organizzato ci sono 192 croci rosse e mezze lune rosse nel mondo, per noi è fondamentale che non ci sia improvvisazione e chiediamo sempre alla Croce rossa ucraina quali sono i bisogni. Il primo convoglio è partito due-tre giorni dopo l’inizio del conflitto era prevalentemente farmaceutico, l’ultimo quello partito in queste ore è prevalentemente alimentare, perché questi bisogni si sono aggravati”, ha spiegato.