Ucraina-Russia: bombe su centro commerciale Kiev, colpi da navi su Odessa

(Adnkronos) – E’ salito a otto morti il numero delle persone che hanno perso la vita nel bombardamento russo del centro commerciale di Retroville, nel distretto di Podilskyi nel nord ovest di Kiev. Lo riferisce la procura della capitale ucraina, mentre i vigili del fuoco stanno ancora cercando superstiti tra le macerie del palazzo di dieci piani distrutto. La procura ha aperto un’indagine sull’attacco condotto nella notte con un missile. Secondo Kiev, i russi hanno usato armi vietate dal diritto internazionale. Due missili russi hanno inoltre colpito un centro di addestramento militare dell’esercito ucraino a Rivne, che si trova a 300 chilometri a ovest di Kiev. Lo ha detto il governatore dell’oblast di Rivne, Vitaliy Koval, in un videomessaggio. Non ci sono ancora notizie di vittime o danni. 

”Diverse case sono state distrutte a causa del fuoco di artiglieria sparato da navi russe questa mattina contro Odessa”. Lo afferma il portavoce dell’amministrazione militare regionale di Odessa, Sergey Bratchuk, che sui social ha diffuso le immagini dei danni causati dall’attacco. Non si registrano invece morti o feriti. 

Il governatore della regione di Sumy, Dmytro Zhyvytsky, ha quindi denunciato una perdita di ammoniaca dall’impianto chimico della Sumykhimpro, colpito da un raid aereo della Russia alle 3.55 di questa mattina. Secondo quanto riferito su Telegram dai servizi di emergenza statali ucraini, ”a causa del bombardamento è stato danneggiato un serbatoio con ammoniaca” e c’è stata una fuoriuscita. I soccorritori stanno riparando una conduttura danneggiata e un dipendente dell’impianto sarebbe rimasto ferito. 

L’area interessata si è estende per circa 2,5 km, comprendendo i villaggi di Novoselytsya e Verkhnya Syrovatka. Non c’è nessuna minaccia per gli abitanti di Sumy. 

Il governo dell’Ucraina e le autorità di Mariupol hanno intanto respinto l’ultimatum della Russia relativo alla resa della città meridionale, da giorni sotto assedio nella guerra innescata dall’invasione ordinata da Mosca il 24 febbraio. “Non ci può essere discussione su nessun tipo di resa o sulla deposizione delle armi”, ha detto la vicepremier ucraina Irina Vereshchuk. La Russia aveva posto una condizione per sospendere le operazioni a Mariupol. Entro le 5 del mattino di oggi, ora locale (le 3 in Italia), i combattenti ucraini avrebbero dovuto abbandonare le armi per usufruire di una tregua temporanea, come aveva illustrato il colonnello Mikhail Mizintsev, capo del Centro di controllo della difesa nazionale della Federazione Russa. In tal caso, sarebbe stato creato un corridoio dalle 10 alle 12 ora di Mosca. 

Nella città assediata, in base alle informazioni diffuse dalla Tass, sarebbero presenti ancora 130mila civili. Le autorità della città hanno denunciato deportazioni di massa di civili verso la Russia. Secondo Mosca, le forze armate ucraine utilizzerebbero i cittadini come scudi umani. 

Sono otto i corridoi umanitari concordati per oggi dalle autorità di Kiev per poter far uscire i civili dalle città assediate. Lo ha affermato la vice premier ucraina Iryna Vereshchuk. Esclusa la città assediata di Mariupol, nel sud dell’Ucraina. Qui, ha detto la vice premier, continuano a fallire gli sforzi per portare forniture umanitarie. 

E’ di 115 bambini uccisi e 148 feriti l’ultimo bilancio fornito dalla Procura Generale di Kiev. Il numero più alto di vittime fra i più piccoli si registra nella regione di Kiev (58) seguita da quella di Kharkiv (38), Cernihiv (31) e Donetsk (29). 

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