Ucraina, Salvini: “Da Mosca a Washington, per la pace andrei ovunque”

(Adnkronos) – “Da Mosca a Washington a Pechino a Istanbul, io andrei dovunque”. Così Matteo Salvini, lasciando Palazzo Chigi, dopo l’incontro col premier Mario Draghi a cui, dice, “l’ho ribadito” per essere “nel mio piccolo protagonista” del processo di pace. Con il premier “abbiamo parlato di pace, non abbiamo parlato di armi, di bombe e di guerra ma di come arrivare il prima possibile al cessate il fuoco, alla pace, e io spero che la missione americana del presidente Draghi serva a riavvicinare le parti, perché più avanti si va più morti ci sono, più danni si creano. Quindi non è una questione destra o sinistra di governo o non governo, io credo che la maggior parte degli italiani preghi e voglia la pace e su questo sto mettendo tutto il mio impegno”. “Non capisco la polemica italiana su chi lavora per la pace” aggiunge. 

“E’ chiaro – aggiunge – che se ci fosse un riavvicinamento tra Russia e Stati Uniti sarebbe una buona notizia per tutti. Dunque dopo due mesi e mezzo di guerra e tanti morti, anche per l’interesse nazionale italiano, per salvare famiglie e imprese, prima si arriva al cessate al fuoco meglio è. Non si tratta di essere amici di Tizio o Caio, ma non si può pensare di andare avanti per mesi con una guerra, oggi con la Russia magari domani con la Cina. Non è cosa intelligente. Io tifo per un riavvicinamento fra Stati Uniti e Russia e se fosse l’Italia ad essere protagonista di questo riavvicinamento, per me sarebbe motivo di orgoglio. Se io potessi umilmente servire a questo processo di pace andrei dovunque e incontrerei chiunque, quello che ha detto il Santo Padre che però vale 100 Salvini. L’ho ribadito anche al premier Draghi: nel mio piccolo, se potessi essere protagonista, da Mosca a Washington a Pechino a Istanbul, visto che oggi ho incontrato l’ambasciatore russo, io andrei dovunque. Non capisco la polemica italiana su chi lavora per la pace”, conclude.  

 

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