Ucraina, Zelensky a Stanford? Mc Faul: “Abbiamo scommesso su Kiev dal 2005”

(Adnkronos) – L’annuncio di una quasi certa visita del presidente ucraino Volodymyr Zelensky a fine mese all’università di Stanford, a Palo Alto, in California, comunicata dal capo dell’ufficio presidenziale Andriy Yermak, in seguito ad una conversazione telefonica con Michael McFaul, direttore del Freeman Spogli Institute for International Studies, Fsi, rientra in un “rapporto di lunga durata, di valori condivisi ed impegno per la democrazia, la libertà e la società civile” tra l’Ucraina e l’Ateneo, visitato da Zelensky già nel 2021 e dove il presidente ucraino, pronunciando un discorso poi diventato storico, il primo ed unico in un’università americana, affermò: “Il nostro popolo ama la democrazia e la libertà….sappiamo che tutto è possibile”. 

E’ guardando alla vocazione dell’Ucraina verso la democrazia e la libertà che infatti dal 2005 l’Fsi ha investito nella formazione di più di 225 ucraini nell’ambito dell’Uelp, Ukraine Emerging leader program, nel Draper Hills Summer Fellows Program e nella Leadership Academy for Development (Lad). Al programma ‘Bernard and Susan Liautaud visiting fellow’ ha tra gli altri partecipato l’ex primo ministro ucraino Oleksiy Honcharuk, il premier più giovane della storia del Paese, in carica dal 29 agosto 2019 al 4 marzo 2020. 

“Abbiamo fatto una grande scommessa nel lontano 2005 sulla causa dell’Ucraina che consideriamo un paese in prima linea nella lotta globale per la democrazia”, ha affermato il direttore dell’Fsi, Michael McFaul individuando nel programma Summer Fellows, poi denominato Draper Hills, il primo investimento dell’Fsi 17 anni fa per la formazione di professionisti a metà carriera provenienti da democrazie emergenti, tra cui l’Ucraina. 

L’Fsi è ora impegnato a garantire la sicurezza dei propri alumni ucraini, a controllare lo sviluppo e l’implementazione dei loro progetti, ed a battersi per un’Ucraina democratica nei principali media. McFaul ha testimoniato al Congresso Usa, scritto editoriali ed è stato coinvolto in discussioni di back-channel con alti funzionari dell’Amministrazione. E’ persino apparso nel celebre show di Stephen Colbert per discutere la questione. È co-editore di “Revolution in Orange”, un libro del 2006 che esamina il processo democratico dell’Ucraina. Francis Fukuyama, senior fellow all’Fsi presso l’Olivier Nomellini ed ex direttore del Center on Democracy, Development and the Rule of Law (Cddrl) dell’Fsi, ha recentemente pubblicato articoli sulla situazione strategica in Ucraina, condividendo le profonde preoccupazioni per gli ucraini sotto attacco. “Abbiamo cercato di aiutarli in ogni modo possibile”, ha detto.  

Per favorire lo sviluppo di competenze sull’Ucraina, l’istituto Freeman Spogli ha anche istituito un Fondo speciale per le iniziative ucraine, che fornirà supporto discrezionale per la ricerca, l’insegnamento e la sensibilizzazione delle politiche dirette a quel Paese. Ma il cuore degli interventi formativi sono rivolti alle competenze delle nuove generazioni, pronte ad agire in prima linea ed in retroguardia. 

“La nostra teoria del cambiamento – ha spiegato Fukuyama – è che capiamo che non possiamo fornire consigli politici a un paese che è così lontano da noi. Ma quello che possiamo cercare di fare è aiutarlo a formare una nuova generazione di leader, che erediteranno il potere e, nel prossimo futuro, speriamo portino il Paese a risultati migliori mentre noi ci teniamo in contatto con loro e li supportiamo”. A tal fine, il programma per i leader emergenti ucraini offre una borsa di studio di 10 mesi di formazione accademica a sostegno di tre professionisti a metà carriera, che lavorano attivamente come responsabili politici, legali, imprenditori e leader delle organizzazioni della società civile in Ucraina. 

(di Roberta Lanzara) 

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