(Adnkronos) –
L’Ucraina si prepara a mandare in guerra anche i detenuti. La Russia intanto frena nell’offensiva nella regione di Kharkiv, mentre invia messaggi ambivalenti. Dalla Cina, il presidente Vladimir Putin mostra una apparente apertura al negoziato. Da Mosca, nelle stesse ore, piovono nuove minacce verso Usa e Ue.
Sul campo, dopo una settimana ad altissima tensione per l’offensiva russa nell’oblast di Kharkiv, la situazione nella regione sembra stabilizzarsi. La Russia frena, il muro ucraino regge grazie all’invio di uomini e mezzi. L’esercito di Kiev, in difficoltà durante inverno e primavera per carenza di armi e munizioni, pare destinato ad allargarsi nelle prossime settimane. Dopo la mobilitazione che porterà al fronte centinaia di migliaia di uomini di età tra i 25 e i 26 anni, è arrivato il via libera ad una nuova misura.
Il presidente Volodymyr Zelensky ha firmato il decreto di approvazione della nuova legge che permetterà ai detenuti, condannati per reati minori, di ottenere la scarcerazione a condizione di arruolarsi nelle Forze armate. Il controverso provvedimento è stato adottato dopo che il governo di Kiev ha cercato in diversi modi di rafforzare la capacità di inviare forze nuove al fronte, dopo oltre due anni di conflitto. Il Parlamento ha approvato a larga maggioranza la legge che esclude dalla mobilitazione i condannati per omicidio, per attentato alla sicurezza dello stato e per corruzione.
L’Ucraina lavora per una guerra lunga e dura contro un nemico che continua a riversare uomini al fronte. La Russia ha apparentemente rallentato le operazioni nella regione di Kharkiv. Secondo esperti e analisti, Mosca non ha uomini e mezzi per una reale offensiva su larga scala e potrebbe accontentarsi di creare una zona cuscinetto per costringere i reparti ucraini ad arretrare: in questo modo, le forze di Kiev non avrebbero la possibilità di colpire territori controllati dai russi.
Lo scenario viene prospettato anche da Putin, durante la visita in Cina, con dichiarazioni all’apparenza prudenti. Le operazioni nella direzione di Kharkiv “sono una risposta ai bombardamenti delle aree di confine, compresa Belgorod, dove vengono uccisi civili. Per questo motivo, se le cose continuano in questo modo, siamo costretti a creare una zona di sicurezza. A oggi non abbiamo piani che riguardino Kharkiv”.
Il presidente russo risponde a domande sull’ipotesi di un dialogo con l’Ucraina. La Russia, ha detto, non si è mai rifiutata di negoziare. Sarebbero stati i politici ucraini a far naufragare la soluzione diplomatica poiché nella fase iniziale della guerra “si sono ritirati dal processo di negoziazione”, non appena le truppe russe sono state ritirate da Kiev. “Siamo stati ingannati ancora una volta”, dice Putin. “Ora dobbiamo capire con chi dovremmo avere a che fare e come. Di chi e in che misura possiamo fidarci. E, naturalmente, stiamo analizzando tutto ciò che sta accadendo”.
Putin sostiene che, quando le truppe russe erano vicine a Kiev, i partner occidentali hanno insistito affinché si ritirassero: “Nessun documento può essere firmato, se la parte opposta ti punta una pistola alla tempia”, avrebbero sostenuto. “Il giorno dopo hanno gettato i nostri accordi nella pattumiera e hanno detto: ‘Bene, ora combatteremo fino alla fine'”, aggiunge Putin. Il dialogo, secondo Putin, non può decollare con Zelensky. Secondo il Cremlino, il mandato del presidente ucraino scade il 20 maggio: “Se si tratta di firmare alcuni documenti, dovremo firmarli, in un ambito così importante, con le autorità legittime. Questo è ovvio”. L’Ucraina, come è noto, avrebbe dovuto tenere le elezioni presidenziali a marzo, ma il voto è stato annullato perché nel Paese è in vigore la legge marziale per via dell’invasione russa.
Se da Putin arrivano stoccate e apparenti aperture, a tenere alta la tensione da Mosca provvede Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri. “Il 16 e 17 maggio, il regime neonazista di Kiev ha lanciato un altro massiccio attacco con droni ad ala fissa e imbarcazioni senza equipaggio contro la Crimea, la regione di Krasnodar e altre regioni russe. Ancora una volta, vorremmo mettere in guardia inequivocabilmente Washington, Londra, Bruxelles e altre capitali occidentali, così come Kiev, che è sotto il loro controllo, che stanno giocando con il fuoco: la Russia non lascerà senza risposta simili invasioni sul suo territorio”, dice.
Per Zakharova, dietro questo attacchi sarebbero gli americani e i britannici che assistono il presidente ucraino Volodymyr Zelensky: “Non solo gli forniscono missili a gittata sempre maggiore e armi pesanti – aggiunge – ma danno anche il via libera al loro utilizzo contro la Russia, contribuendo così all’ulteriore inasprimento del conflitto. La cricca banderovita (da Stepan Bandera, un ultranazionalista ucraino, figura particolarmente controversa, ndr) sembra credere nella propria impunità, tra le visite degli emissari occidentali, che hanno visitato spesso Kiev”, ha concluso.