(Adnkronos) – L’Unione europea, come nel Dopoguerra, “sta affrontando nuovamente, oggi, emergenze globali di portata epocale, quali la pandemia da Covid-19, le conseguenze drammatiche del cambiamento climatico, i flussi migratori incontrollati, la ingiustificabile aggressione della Federazione Russa all’Ucraina e le sue devastanti conseguenze umanitarie, geo-politiche ed economiche. Prove che hanno offerto e richiedono ancora unità, solidarietà e uno sforzo congiunto nel difendere quei valori che ci uniscono e senza i quali l’Unione non avrebbe motivo di essere: lo Stato di diritto, le libertà fondamentali, la democrazia. Oggi è, più che mai, necessario continuare la costruzione europea, con coraggio”. Lo scrive il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato alla Conferenza sullo stato dell’Unione organizzata a Fiesole dall’Istituto universitario europeo.
“Nei momenti di maggiore difficoltà – ricorda il capo dello Stato – rinnovarsi è essenziale e risolutivo. ‘Costruire l’Europa in tempi di incertezza’, recita il tema scelto per la manifestazione odierna, cogliendo il senso della sfida. Possiamo trarre dalla storia una lezione: l’Europa ha dimostrato di sapere affrontare le sfide e le crisi più difficili, emergendone più forte e coesa. Le ragioni del patto fondativo europeo sono più che mai attuali”.
Nel suo intervento di apertura della conferenza il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha detto che “c’è bisogno in Europa di più Italia, dobbiamo farci ascoltare perché l’Europa siamo noi”. “Se si vuole contare bisogna lavorare di più, essere più presenti, più attivi nelle istituzioni comunitarie – ha continuato il ministro degli Esteri – abbiamo il diritto e il dovere di contare di più in Europa, non possiamo lamentarci se gli altri contano di più, dobbiamo farci valere, battere i pugni sul tavolo non serve, per contare bisogna essere credibili, seri, responsabili, affidabili e fare delle proposte”.
Tajani ha poi sottolineato che “avere una difesa comune non significa trasformare l’Europa in una sorta di realtà guerrafondaia, ma significa avere un’Europa protagonista della politica e portatrice di pace”. “Se non c’è un sistema di difesa, anche un’industria di difesa, meglio coordinata che fa parte di un disegno europeo, certamente è più difficile fare politica estera”, ha aggiunto il ministro degli Esteri, sottolineando che sulla difesa comune europea “si è indietro” e si sta facendo “un percorso un po’ lentamente”. “E ce ne accorgiamo proprio in questi momenti, quando si decide che dobbiamo dare le munizioni e sostenere l’Ucraina”, ha detto ancora. Tajani ha poi ribadito che parlare di difesa comune europea non è “un’alternativa alla Nato” ma significa “rafforzare la presenza europea all’interno della Nato”.
“Penso che l’Europa, per fare delle scelte politiche, debba anche rafforzare la sua istituzione democratica, che è il Parlamento Europeo”, ha sottolineato Tajani nel suo intervento. “L’unico Parlamento al mondo, o quasi, che per esempio non ha il potere di iniziativa legislativa”, ha aggiunto il ministro, per il quale “questo non va nella direzione di rafforzare la democrazia dall’interno dell’Ue”. Per Tajani “i rappresentanti dei popoli europei devono avere il diritto, in nome e per conto dei loro elettori, di presentare delle proposte legislative, che non possono essere prerogativa assoluta della Commissione perché l’unico rappresentante elettivo è il Parlamento”.