“Negli Stati Uniti contro il covid sono stati vaccinati 4 milioni e 300mila bambini, una platea superiore a quella dei bimbi che potenzialmente dovrebbero essere vaccinati dai 5 agli 11 anni in Italia. La società scientifica statunitense di pediatria non ha segnalato nessun caso di reazione avversa grave in questi bambini”. Il presidente dell’Aifa, Giorgio Palù, si esprime così sul vaccino covid per i bambini della fascia 5-11 anni rispondendo alle domande dei ragazzi nel corso di “Live In Courmayeur” organizzato da Sky Tg24. In Italia, la somministrazione delle dosi partirà il 16 dicembre.
“Tremila bambini”, su cui è stato sperimentato il vaccino per Covid-19 negli studi, “sono più di quanti sono stati testati per il vaccino per la pertosse. E se consideriamo gli studi di fase 3 sono molto di più in proporzione rispetto a tutti gli adulti over 18 testati”, aggiunge Palù, ricordando che la dose pediatrica è un terzo di quella somministrata agli altri. Per il presidente di Aifa, “è poco etico aspettare di vedere quello che succederà negli Stati Uniti, non possiamo pensare che medici e scienziati abbiano autorizzato correndo dei rischi”.
Sars-Cov-2 “è il primo coronavirus che diventa pandemico nella storia della medicina. E’ un virus che corre velocemente, più velocemente della scienza E’ giusto che siano le esigenze di sanità pubblica, che a loro volta implicano decisioni politiche e non meramente scientifiche, a precedere la scienza. Non possiamo aspettare la scienza, corriamo troppo il rischio che si verifichi qualcosa che non vogliamo e allora è giusto utilizzare il criterio della massima precauzione”, afferma ancora. “Non è etico dire ‘aspettiamo e vediamo cosa succede negli Stati Uniti'”, chiosa Palù.