“La variante Omicron” del Covid “è in cima ai pensieri di tutti noi: un virus con cambiamenti significativi nella proteina Spike, con evidenze emergenti di un’aumentata trasmissibilità e della capacità di sfuggire ai vaccini e” all’immunità ottenuta “dall’infezione contratta in precedenza. Noi enti regolatori siamo ampiamente consapevoli che il virus muta ed è una situazione per la quale siamo preparati. Anche le aziende sanno quali passi devono fare se dovesse rivelarsi necessario un cambiamento” nei vaccini. E si avrebbe un processo di valutazione “veramente molto veloce. Ma lasciatemi sottolineare che non c’è ancora una risposta” alla domanda “se avremo bisogno di un vaccino adattato con una composizione diversa”. A puntualizzarlo è stata Emer Cooke, direttore esecutivo dell’Agenzia europea del farmaco Ema, oggi durante l’ultimo briefing del 2021 con la stampa.
“La comunità scientifica ha bisogno di vedere più dati riguardo all’impatto della variante sull’efficacia dei vaccini approvati – ha sottolineato – Tutte le opzioni dovrebbero essere esplorate, incluso vaccini monovalenti e multivalenti e come agiscono nel ciclo primario e nel booster. Ci sono ancora domande aperte e dobbiamo continuare ad aumentare le nostre conoscenze. La nostra priorità è essere preparati nel caso sia necessario un cambiamento, ma lasciatemi puntualizzare che non è ancora questo il caso”. E comunque, in una simile prospettiva, “non dovremo ricominciare da zero con una composizione del vaccino aggiornata perché ciò di cui potremmo aver bisogno non sarà necessariamente molto diverso dai vaccini anti-Covid esistenti”, ha precisato Cooke, ricordando anche come siano “rassicuranti” i dati sulla sicurezza dei vaccini disponibili ad oggi. “Quella anti-Covid – ha concluso – è la più ampia campagna vaccinale di sempre, con 700milioni di dosi già somministrate in Ue”.