La variante Omicron continua a diffondersi e ora è presente in 57 paesi – compresa l’Italia dove sono stati sequenziati altri 3 casi – secondo le news diffuse dall’Oms. L’Organizzazione Mondiale della Sanitàche non si sbilancia su sintomi, pericolosità e contagiosità rispetto alla variante Delta. Il vaccino Pfizer però può fermare la nuova variante, come dice l’azienda: la terza dose neutralizza Omicron e offre un’elevata protezione. Con ogni probabilità, dice la casa farmaceutica, servirà anche una quarta dose. Le informazioni diffuse da uno dei produttori di vaccino a mRna costituiscono una prima svolta in attesa di ulteriori elementi, dati e informazioni sulla variante scoperta a novembre in Sudafrica.
“Per essere chiari: tre dosi di vaccino sono efficaci contro Omicron come le due dosi erano efficaci contro le altre varianti. La dose booster aumenta in maniera enorme l’efficacia del vaccino”, dice Albert Bourla, Ceo di Pfizer, illustrando i dati raccolti dall’azienda. Come chiarisce il colosso in una nota, “due dosi possono comunque fornire protezione contro la forma grave della malattia” ma “potrebbero non essere sufficienti per proteggere dall’infezione” provocata da Omicron.
Le informazioni fornite da Pfizer arrivano poche ore dopo i primi dati di uno studio condotto in Sudafrica. Il vaccino Pfizer, con le due dosi standard, potrebbe essere meno efficace nei confronti della variante Omicron, come hanno rilevato i ricercatori dell’Africa Health Research Institute.
“I risultati preliminari degli studi in laboratorio dimostrano che 3 dosi di vaccino Pfizer-BioNTech neutralizzano la variante Omicron mentre 2 dosi mostrano una capacità di neutralizzazione significativamente ridotta. I dati indicano che la terza dose aumenta i titoli anticorpali neutralizzanti di 25 volte in confronto alla seconda dose”, afferma Pfizer che, insieme a BioNTech, continuano “a portare avanti lo sviluppo di un vaccino specifico per la variante e punta ad averlo a disposizione per marzo nel caso in cui l’aggiornamento sia necessario per un ulteriore incremento dei livelli e della durata della protezione”.
Alla Nbc, Bourla si spinge oltre: “Quando vedremo i dati raccolti nel mondo reale, vedremo se Omicron è ben coperta dalla terza dose e per quanto tempo. Credo che avremo bisogno di una quarta dose”. Dopo 12 mesi rispetto alla terza somministrazione? “Dobbiamo aspettare e vedere, abbiamo pochissime informazioni. Potremmo averne bisogno prima”.
Non ci sono sufficienti elementi per affermare che Omicron, apparentemente più trasmissibile, provochi una malattia più lieve. “La variante Omicron è stata individuata in 57 paesi, ci aspettiamo che il numero continui ad aumentare. Alcune caratteristiche di Omicron suggeriscono che la variante potrebbe avere un impatto rilevante nel corso della pandemia. Se i paesi aspetteranno fino a quando gli ospedali non avranno iniziato a riempirsi, sarà troppo tardi”, avverte il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus
“E’ difficile stabilire quale sarà l’impatto della variante. Stiamo iniziando a vedere un quadro di rapido aumento della trasmissione, sebbene per ora rimanga difficile quantificare il tasso di crescita in relazione ad altre varianti. In Sudafrica il numero dei casi di variante Omicron sta aumentando rapidamente. Tuttavia, Omicron è stata individuata quando la trasmissione della variante Delta era molto bassa, quindi ha avuto poca concorrenza”, prosegue rinviando ogni verdetto.
“Sarà importante quindi monitorare con attenzione cosa succede nel mondo per capire se Omicron può rimpiazzare Delta. Esortiamo tutti i paesi a potenziare il tracciamento, i test, il sequenziamento. I nostri strumenti diagnostici funzionano, sia i tamponi molecolari che quelli rapidi. I dati che arrivano dal Sudafrica fanno pensare ad un aumentato rischio di reinfezione con Omicron, ma servono altri dati per avere conclusioni più chiare. Alcuni elementi suggeriscono che Omicron causi sintomi più lievi di Delta, ma è comunque troppo presto per affermazioni definitive”, afferma ancora.