Violenza su donne, cresce il numero di chi si affida ai corsi di autodifesa

(Adnkronos) – Ogni 72 ore in Italia muore una donna e ogni giorno almeno 16 donne denunciano di essere state stuprate.
Una violenza di genere dalla quale provano a difendersi come possono ricorrendo, in sempre più casi, a corsi di autodifesa, ma non solo. Lo spray al peperoncino, i portachiavi con sirena incorporata contro i malintenzionati e bracciali che lanciano ‘sos’ alle centrali operative sono accessori che trovano sempre più acquirenti nel mondo femminile. Kit di sicurezza che dimostrano, però, come la paura di avvertire passi nel buio non si assopisca mai.  

Sono 75 i femminicidi da inizio anno, Anna Scala è solo l’ultima della lista, mentre secondo le statistiche della Direzione centrale della polizia criminale i casi di violenza sessuale sono stati 5.991 nel 2022 (l’81% dei casi con vittime donne) contro i 5.274 del 2021. Numeri in aumento a cui si cerca di dare una risposta di giustizia, mentre si lavora sulla prevenzione. Comuni e privati (con il welfare aziendale) sono sempre più attenti alla sicurezza femminile con corsi dedicati e la micidiale Krav Maga, il sistema di difesa di origine israeliana, è la prima arte marziale che compare tra le ricerche di chi vuole imparare a difendersi. Negli ultimi giorni è aumentata sui social la richiesta di informazioni sulle iniziative, come reazione, forse, alla violenza di Palermo.  

“Il numero di donne che si rivolge a noi è in crescita” spiega all’Adnkronos Omar Borghini, vice presidente Akm Italia, accademia attiva dal 1999 e con corsi che accolgono fino a 1.200 iscritti l’anno tra Piemonte, Lombardia e Svizzera. “Circa il 40% delle persone che frequentano la nostra palestra sono donne, poco più che maggiorenni o adulte, qualche studentessa, molte mamme e mogli lavoratrici. Decidono di venire in modo preventivo, ma non manca qualcuna che è stata vittima di stalking. Poche esplicitano apertamente la paura, ma è chiaro che, visto quello che si sente in giro, vengano da noi per aumentare la propria sicurezza. Imparano a reagire se aggredite o a rafforzare gli accorgimenti per non incorrere in pericoli. So che non è giusto, ma non è sicuro correre da sole o con cuffie e musica nelle orecchie, così come è meglio farsi accompagnare dagli amici fino all’auto se non è parcheggiata vicino al locale, insomma non bisogna essere sprovvedute” conclude Borghini.  

Un maggiore interesse ai corsi viene confermato anche dalla Kma, società con oltre 60 centri in Italia che nasce nel 2009 per volontà di Manuel Spadaccini anche per insegnare alle donne (circa il 30% su 1000 allievi) la difesa personale. Qui ci si può trasformare da allieva in maestra come è successo ad Alessia Ruggeri, da circa un anno istruttrice di Krav Maga a Forlì. “Per prevenire eventuali pericoli mi sono iscritta al corso e mi sono appassionata, poi per quattro anni ho coltivato il sogno di istruttrice anche per dimostrare alle ragazze che certe tecniche possono apprenderle e metterle in pratica tutte, non solo gli uomini grandi e grossi. Io sono la dimostrazione che non è solo questione di forza e sono l’esempio che si può imparare a difendersi da tutti” racconta la 32enne all’Adnkronos.  

A distanza di anni non c’è stato bisogno di mettere in pratica quanto appreso in palestra, “ma – confessa – mi rendo conto che gestisco meglio la paura. Sono addestrata, so come proteggermi, la mia sicurezza è aumentata, e la consapevolezza di se stesse e dei propri mezzi è una cosa che le allieve iniziano a notare già dopo un mese di corso. Imparano a difendersi, ma anche ad attivare tutti i sensi, a notare situazioni di pericolo. C’è chi si rivolge a noi per prevenire situazioni spiacevoli e chi, invece, perché è stata vittima di violenza ed è riuscita, anche attraverso l’autodifesa, a superare il trauma subito. Visti gli ultimi fatti di cronaca ci vorrebbe ancora più informazione” conclude.  

(Adnkronos)