SUZZARA – Mascherine di dubbia provenienza ed efficacia, vendute fino a 15 o 20 euro al pezzo. Succede anche questo nei piccoli e grandi paesi dell’Italia del Coronavirus. E Suzzara purtroppo non fa eccezione.
«Visto il moltiplicarsi anche qui di segnalazioni relative ad episodi quantomeno poco chiari, ho presentato una nuova istanza al Comune di Suzzara chiedendo di sollecitare maggiori controlli da parte delle autorità competenti per scoraggiare in tutto il territorio comunale possibili episodi di speculazione legati a mascherine, gel igienizzanti e altri prodotti legati all’emergenza Coronavirus». Ad annunciarlo è il consigliere comunale del Movimento 5 Stelle di Suzzara, Stefano Rosselli.
«Inoltre – prosegue il portavoce pentastellato – ho chiesto al Comune di attivarsi al fine di reperire il maggior numero di mascherine nel più breve tempo possibile in via prioritaria per le categorie più a rischio, i medici di base, gli operatori sanitari e tutti i lavoratori dei servizi essenziali, che sono a contatto con il pubblico
Infatti, ormai da diverse settimane è sempre più difficile reperire sul mercato gel igienizzanti e altri prodotti sanitari legati all’emergenza Covid-19, così come le mascherine, che sono praticamente introvabili; la riduzione di offerta ha conseguentemente indotto la domanda a cercare altrove i prodotti, così molte persone hanno cercato su Internet, dove però i prezzi hanno subìto un rincaro esagerato.
Ci è giunta segnalazione di diversi casi, anche nella nostra città, di eccessivi rincari dei prezzi riguardo in particolare alle mascherine, che in alcuni esercizi sarebbero in vendita al prezzo esagerato di circa 10 euro cadauna, un rincaro assolutamente inaccettabile.
Ritengo che sia necessario scoraggiare ogni possibile episodio di speculazione legato alla vendita di questi prodotti – conclude Rosselli – e nello stesso tempo attivarsi affinché questi dispositivi di protezione individuale siano resi disponibili per le categorie più a rischio, i medici di base, gli operatori sanitari e tutti i lavoratori dei servizi essenziali a stretto contatto con il pubblico».