VILLA SAVIOLA (MOTTEGGIANA) I due coniugi indiani, Narinder Kaur, 32 anni, e il marito Sarwjeet Singh, 45, sono stati condannati a 22 anni di reclusione dalla Corte d’Assise di Mantova per l’omicidio premeditato del loro vicino di casa, il 43enne Rajiv Kumar, avvenuto a Villa Saviola, il 12 aprile 2020. L’uomo è morto dopo essere stato colpito molte volte alla testa con una spranga.
Per i due coniugi, entrambi, rei confessi, il pm Silvia Bertuzzi aveva chiesto 23 anni per lui e l’ergastolo per lei. Secondo l’accusa infatti era stata la donna la vera artefice del delitto, maturato, a quanto emerso, per mettere la parola fine alle continue molestie con ricatti sessuali della vittima nei confronti della donna. Ma anche per mettere uno stop alle azioni di stalkeraggio di quest’ultimo verso i due vicini di casa tra cui centinaia di telefonate al giorno.
Marito e moglie hanno in ogni caso continuato a incolparsi l’uno con l’altro durante il processo: la donna addirittura era arrivata a ritrarre tutte le sue colpe addebitando l’omicidio al coniuge.
Dalle indagini è emerso invece che sarebbe stata proprio lei a manipolare l’uomo fino a portarlo a compiere l’omicidio il giorno di Pasqua dello scorso anno.
I due, arrestati la mattina del 13 aprile, erano stati ripresi il giorno prima dalle telecamere del paese mentre si recavano verso la casa del vicino. Un uomo quest’ultimo descritto anche come violento: in passato era stato abbandonato dalla moglie e dai figli che picchiava frequentemente. Dieci anni fa era stato anche arrestato per droga.
La donna peraltro, una volta in carcere aveva scoperto di essere incinta, non del marito. Per il bambino è stato deciso l’affidamento a una comunità, esattamente come è accaduto per i due figli della coppia di tre e sei anni.