MANTOVA – «Il momento attuale è difficile da tanti punti di vista e per tanti settori dell’economia. Anche il settore agricolo ed in particolare il lattiero-caseario, sta subendo le restrizioni adottate per contrastare l’epidemia. Nell’ultimo DPCM dell’11 marzo, sono rimaste garantite le attività agricole, zootecniche, di trasformazione agroalimentare e di tutte le filiere ad esse collegate, ma il calo della domanda di questi prodotti dovuta alla chiusura dei tanti bar e ristoranti, e anche in alcuni casi la mancanza di personale a causa dell’emergenza, sta colpendo i caseifici e di conseguenza gli allevamenti». A lanciare l’allarme è il consigliere M5S Lombardia, Andrea Fiasconaro, che segnala come ai produttori di latte vengano chieste drastiche riduzioni nelle produzioni con rischio, in caso contrario, che il latte non venga ritirato oppure con un importante calo dei prezzi.
«Ridurre di poco la produzione può anche essere possibile – prosegue Fiasconaro – ma oltre certi limiti la riduzione della quantità di mungitura è ovviamente impensabile ed il latte, come si sa, ha un limite nel periodo di conservazione. L’assessore Rolfi dovrebbe aver già segnalato queste difficoltà al ministro Bellanova.
Voglio fare un appello su più fronti richiamando l’attenzione su questo problema, pensando magari ad una possibile cabina di regia a livello ministeriale, che faccia tutto il possibile per il ritiro del latte italiano ed in particolare di quello lombardo e dei territori maggiormente colpiti dall’emergenza».
Fiasconaro fa riferimento, in particolare, a Ismea e AGEA, istituzioni che potrebbero individuare tutti i canali possibili per utilizzare quelle che sono improvvisamente diventate eccedenze (ritiro da parte di organizzazioni caritative, persone in stato di indigenza o altro).
«E’ importante prima di tutto però – aggiunge il consigliere pentastellato – che i grandi produttori industriali in considerazione di questo straordinario momento in cui è necessario supportare le nostre aziende lombarde, utilizzino solo, o comunque principalmente, latte italiano, interrompendo, per quanto più possibile, le importazioni di materie prime straniere.
Il Consorzio per la Tutela del Grana Padano, a seguito di segnalazioni di offerte di latte a prezzi stracciati, ha invitato i caseifici consorziati ad evitare queste speculazioni, avvisando che le forme eventualmente prodotte con questo latte non saranno marchiate “Grana Padano”. Anche la grande distribuzione dovrebbe fare la sua parte prediligendo prodotti lattiero-caseari italiani. L’appello quindi anche a tutti noi consumatori di acquistare prodotti fatti con materia prima italiana, e non solo confezionati in Italia (leggiamo bene l’etichetta).
Aiutiamoci tutti in questo difficile momento – conclude Fiasconaro – anche sostenendo la nostra economia e i nostri agricoltori e allevatori lombardi».