GONZAGA – A Gonzaga è emorragia di attività commerciali. Basta fare un giro sotto i portici di Piazza Matteotti e Piazza Martiri della Vittoria per accorgersi che c’è qualcosa che non va. Il centro langue e, in silenzio, anche gli esercizi che sembravano più radicati sul territorio abbandonano il paese in cerca di opportunità migliori che, a quanto pare, pochi chilometri più in là non mancano. A confermare la situazione è il sindaco di Gonzaga, Elisabetta Galeotti, che per scongiurare lo spopolamento del centro storico ha fatto appello alla Regione.
«In seguito al sisma del 2012, le attività commerciali dell’Emilia Romagna (penso a Reggiolo, in particolare) hanno potuto, e continuano ancora oggi a beneficiare di misure speciali e contributi a fondo perduto non paragonabili per entità a quelli messi a disposizione da Regione Lombardia – spiega il primo cittadino. – Qui a Gonzaga con pochi investimenti le nostre attività commerciali cercano di tirare avanti; qualcuno avrebbe anche la possibilità di ampliarsi, ma il rischio di chiudere è troppo alto». E chi può, si sposta: da Gonzaga c’è chi si muove, appunto, su Reggiolo, e da Moglia in direzione di Novi. Comunque, verso il Reggiano. Il sindaco di Reggiolo, Roberto Angeli, conferma: «I fondi della Regione e del Comune hanno permesso di far fiorire le piccole attività. 50 quelle nuove che hanno occupato il centro storico e riempito spazi vuoti». E in effetti la differenza si vede: la cittadina reggiana è tutta un pullulare di cantieri e il centro storico sul quale si affaccia la Rocca è ancora punteggiato dalle impalcature. Ma ciò che colpisce di più, è che tra le insegne delle nuove aperture spicca quella di un’attività che, fino a poche settimane fa, operava proprio sulla piazza di Gonzaga. Un caso? Per Galeotti, tutt’altro.
«Purtroppo la Regione non ci aiuta – prosegue. – Attraverso la consigliera regionale del Pd, Antonella Forattini, abbiamo chiesto di mettere a disposizione due milioni di euro da investire a favore delle attività del nostro territorio ma, durante l’ultimo consiglio regionale del 15 ottobre scorso, la proposta è stata bocciata dalla maggioranza».
«In aula ho espresso voto contrario alla mozione del Pd che chiedeva di fatto un mero duplicato del bando adottato dall’Emilia Romagna sulla rivitalizzazione dei centri storici dei comuni colpiti dal sisma nel 2012 – ribatte il consigliere regionale leghista Alessandra Cappellari. – La struttura commissariale, infatti, durante la precedente legislatura, su richiesta dei Comuni, ha messo a disposizione della ricostruzione delle attività produttive e già interamente spesi tutti i 7,1 milioni presenti sullo stesso capitolo dal quale ha attinto l’Emilia per il bando in questione. Ora stiamo studiando una misura ad hoc. Di certo – puntualizza Cappellari – non possiamo pensare ad un bando esattamente uguale a quello dell’Emilia Romagna: in primo luogo perché abbiamo a disposizione solo 500.000 euro e secondariamente perché l’intenzione dell’assessorato allo sviluppo economico è abbandonare la visione del singolo e provare per una volta a giocare una partita di rete i cui benefici ricadrebbero sui territori».
Intanto, nella desolazione di un centro storico che si svuota, c’è anche chi va controcorrente e si mette in gioco rischiando il tutto per tutto: si tratta della parrucchiera gonzaghese Roberta Gatti che, dall’attuale sede in Via Montessori, dove gestisce un salone di acconciature ed estetica, si sposterà all’interno del prestigioso edificio “Villa Gina” in Piazza Matteotti, da anni abbandonato a se stesso. I lavori di ristrutturazione sono già iniziati. «Il progetto consiste nel trasferimento dell’intero salone con tutti i suoi servizi (parrucchiere donna, barberia, estetica di base e avanzata, solarium e grotta del sale) nello storico edificio della piazza. Nasce poi l’idea della sinergia salone di bellezza ed estetica col mondo del fitness, motivo per il quale ci sarà anche l’apertura della palestra, novità assoluta per i gonzaghesi. Il progetto di Villa Gina, oltre a questo, – conclude Gatti – punta anche a voler valorizzare una struttura antica della piazza, per troppo tempo trascurata».