BOLOGNA – La Fondazione emiliano-romagnola per le vittime dei reati, istituita dalla Regione Emilia-Romagna, ha stanziato oltre 50mila euro per le famiglie di Mirandola che abitavano negli appartamenti di edilizia popolare sovrastanti la Polizia Municipale, dopo l’incendio doloso appiccato la notte del 21 maggio scorso che aveva provocato la morte di due donne e costretto nove famiglie a una sistemazione d’emergenza.
Gli aiuti, che si sommano a quelli disposti dagli Enti Locali, sono stati approvati dal Comitato dei Garanti della Fondazione. In tutto 50.500 euro destinati in parte come segno di solidarietà verso i familiari di Marta Goldoni, perita nell’incendio, e in parte per aiutare le altre famiglie a traslocare e ad acquistare mobili o elettrodomestici per i nuovi appartamenti assegnati.
Nell’immediato, per fronteggiare la prima fase di emergenza abitativa, era stata messa a disposizione dall’Amministrazione comunale di San Prospero una struttura appena ultimata, che doveva essere adibita a microresidenza per anziani e che aveva potuto accogliere alcune famiglie, mentre altre avevano trovato soluzioni alternative.
Nei mesi successivi il Comune di Mirandola aveva provveduto a concordare con ciascun nucleo familiare, assegnatario di alloggio pubblico, un percorso individualizzato tenendo conto della condizione sanitaria degli abitanti, della composizione dei nuclei e delle eventuali conseguenze fisiche e psicologiche derivanti dal reato. Il Comune aveva inoltre sostenuto direttamente le spese per gli alloggi di emergenza e avviato i rapporti con l’assicurazione.
Grazie a questo percorso, curato dal Servizio Sociale di Mirandola, il sindaco ha potuto presentare alla Fondazione per le vittime dei reati un’istanza, accolta dal Comitato dei Garanti il 16 dicembre scorso.
Sono state raggiunte tutte le famiglie coinvolte, complessivamente 23 persone di cui 9 di minore età e 4 con invalidità fisica o psichica, con aiuti stabiliti di volta in volta tenendo conto dell’entità del danno subito e della presenza di persone con particolari fragilità quali bambini, anziani, disabili.
A fianco delle persone vittime di reato
Non lasciare sole le vittime di gravi reati e le loro famiglie, sostenendole nelle necessità pratiche, quali il pagamento dell’affitto, ma anche nelle spese di assistenza sanitaria o in un percorso di tipo psicologico. Nella scorsa legislatura, sono state 208 le istanze accolte dalla Fondazione vittime di reato e 440 le persone aiutate (di cui il 35% donne e il 56% minorenni prevalentemente vittime di violenza assistita), con un contributo da parte della Fondazione che si avvicina a 1,3 milione di euro. Solo nel 2018 e 2019 sono state accolte 99 istanze a beneficio di 204 cittadini in difficoltà, di cui 87 donne e 94 minorenni.
Dal 2005, anno della sua istituzione, la Fondazione – una realtà unica in Italia, voluta dalla Regione e presieduta da Carlo Lucarelli – ha accolto 386 istanze che hanno permessi di aiutare 850 vittime di reato (360 donne,144 uomini, 386 minorenni), con quasi 3 milioni di euro stanziati. Un impegno che nel 2020 potrà contare su 240.500 euro, 20mila euro i più rispetto al 2019. La Fondazione agisce in tempi rapidi e l’aiuto arriva sulla base delle istanze presentate dal Sindaco del Comune di residenza delle vittime, o dal Sindaco del Comune dove è accaduto il fatto.