PEGOGNAGA – Nuovo imprevisto ostacolo al recupero del Teatro Anselmi. E questa volta non è questione di elefantiasi burocratica, bensì di costi aumentati a dismisura, in ragione del lungo persistere della pandemia, ma, in maniera esponenziale, a causa dell’aggressione russa all’Ucraina. A darne comunicazione pubblica con evidente rammarico è il sindaco di Pegognaga Matteo Zilocchi «Purtroppo – scrive su facebook – questa non sarà l’estate che vedrà lo svolgimento della tanto attesa gara d’appalto per il Teatro Anselmi.Dopo aver lavorato intensamente due anni, 2020 e 2021, per arrivare alla progettazione esecutiva con i relativi pareri vincolanti, dopo aver ottenuto un contributo dalla Struttura Commissariale pari a 4,45 milioni di euro e aver stanziato nell’ultimo consiglio comunale del 30 aprile i 42.000 euro di cofinanziamento comunale, siamo ora costretti a rivedere il quadro economico in virtù dei continui aumenti delle materie prime. Lo scorso 17 maggio è uscito il decreto-legge 50/’22, cosiddetto “decreto aiuti”, che stabilisce anche i nuovi criteri per espletare la gare d’appalto lavori pubblici in seguito alle varie situazioni di stallo dei cantieri e di gare andate deserte in assenza di adeguamento dei prezziari di riferimento delle materie prime. Abbiamo già chiesto ai progettisti la revisione del quadro economico in aumento del 20%, come indica il decreto. Dovremo, quindi, rimandare il tutto alla valutazione della Struttura Commissariale per il necessario adeguamento del contributo». Prosegue «Dopo due anni di pandemia, l’attuale scenario di guerra in Ucraina e speculazioni di varia natura – dovute anche ai bonus edilizi? – stanno influenzando negativamente l’andamento delle opere pubbliche in tutto il Paese». Conclude «Affronteremo anche queste ulteriori difficoltà per dare a Pegognaga le certezze che merita». Gli interventi sull’immobile riguardano il consolidamento strutturale, l’adeguamento normativo concernente la sicurezza, il sistema antincendio, l’acustica, l’impianto di illuminazione. Un’opera attenta alla salvaguardia delle caratteristiche architettoniche come prescritto dalla soprintendenza. Ovvio che la tempistica dell’esecuzione lavori ne risenta ulteriormente. Prima di questo nuovo imprevisto era stato ipotizzato che i lavori sarebbero partiti «entro l’anno, massimo inizio anno prossimo». Ora non sono possibili nemmeno previsioni.
Riccardo Lonardi