Indagato per aver approcciato un minore: sotto accusa un agente della polizia locale di Brescello

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BRESCELLO (REGGIO EMILIA) – Telefonate e approcci insistenti nei confronti di un ragazzo minorenne: sarebbero queste le accuse a carico di un agente della polizia locale di 40 anni, residente nel Mantovano ma in servizio prima a Reggiolo e da febbraio di quest’anno a Brescello.

I fatti risalgono a tre anni fa, e non riguardano in alcun modo l’attività dell’uomo come pubblico ufficiale. Il ragazzo, allora minorenne, sarebbe divenuto oggetto delle morbose attenzioni dell’agente, tanto da far preoccupare i genitori, che avrebbero presentato denuncia facendo così partire l’indagine. L’inchiesta, avviata dalla Procura di Mantova, si sarebbe quindi estesa a macchia d’olio arrivando a toccare anche il Reggiano.

Nel mese di marzo pare sia stata effettuata una perquisizione nella sede della Polizia municipale di Brescello; un vero e proprio blitz, ordinato dai magistrati mantovani, che avrebbe riguardato tutte le pertinenze dell’agente, dalla scrivania al pc, fino all’armadietto e all’auto che l’agente utilizzava quando era in servizio. Risulta inoltre che il 40enne sarebbe stato raggiunto a giugno da un provvedimento cautelare di allontanamento emesso dal gip di Mantova Gilberto Casari. Che le due cose siano effettivamente collegate, non è dato saperlo.

Nel frattempo però sulla questione sono intervenuti i consiglieri di opposizione dell’Unione Bassa Reggiana Cristina Fantinati e Vincenzo Iafrate: «Ciò che non riusciamo a capire – spiegano – è per quale motivo questa persona è rimasta in servizio dal 6 marzo, giorno della perquisizione, fino al 4 settembre, giorno della sospensione». Una domanda che verrà portata all’attenzione del prossimo consiglio dell’Unione, presieduto dal sindaco di Guastalla, Camilla Verona.