MANTOVA Un’atmosfera ovattata, ma densa di significato quella di ieri alla caserma Trotti dei carabinieri di via Chiassi per la festa dei 205 anni di storia dell’Arma. Tante le autorità politiche, civili, militari presenti unitamente ad esponenti del mondo dell’economia, del lavoro, della cultura e della stampa. All’importante cerimonia hanno partecipato diverse autorità e tanti sindaci della provincia, a testimonianza del forte legame tra l’Arma e i Comuni, in particolare, il Prefetto Carolina Bellantoni, il sindaco di Mantova, Mattia Palazzi, il presidente della Provincia Beniamino Morselli, il presidente del Tribunale, Enzo Rosina, Giulio Tamburini in rappresentanza del Procuratore della Repubblica, Manuela Fasolato, il Questore Paolo Sartori, tutti i vertici provinciali delle Forze di Polizia, alcuni parlamentari nazionali e regionali, una folta rappresentanza degli appartenenti alle Associazioni Nazionali Carabinieri ricadenti nel territorio con i labari ed i loro presidenti, numerosi familiari dei Carabinieri ed alcuni parenti di caduti. All’anniversario hanno preso parte anche molti alunni delle Scuole Medie e Superiori di Mantova accompagnati dai loro docenti e la manifestazione è stata caratterizzata da vari momenti solenni quali la lettura del messaggio del Presidente della Repubblica e del Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri. Il Comandante Provinciale, Col. Fabio Federici, medaglia d’argento al valor civile, nel suo tradizionale intervento ha voluto iniziare la cerimonia con un sentito omaggio, scandito dalla tromba con il silenzio fuori ordinanza, “ai tanti carabinieri che per prestare fede al loro giuramento di fedeltà alla Costituzione hanno donato la vita per il bene comune”.
Federici, nel corso del suo discorso, oltre a ringraziare i carabinieri mantovani, ha inteso lumeggiare la figura del carabiniere così come viene sentita e percepita dalla comunità: “Nei giorni di dolore e sofferenza, si vedono i Carabinieri presenti: assistere, dare sicurezza e dare protezione. I Carabinieri accompagnano, quotidianamente, la vita degli italiani. Nella storia personale di molte famiglie c’è una bandoliera, un’uniforme che si intravede in una vecchia foto sbiadita, un pennacchio rosso e blu appoggiato sopra la mensola dell’ingresso di casa. Il Carabiniere opera anche nel posto più sperduto e remoto d’Italia, dove il cittadino sa di trovare, ancor prima dell’austero profilo di un tutore della legge, un volto amico che ascolta sempre e finanche nel cuore della notte più buia, e ciò fa dei Carabinieri un “hapax” in favore della collettività”.
Il Colonnello Federici ha, altresì, messo in evidenza quale sia il significato, per milioni di italiani, della parola Carabiniere: “Carabiniere è parola magica, che si trasforma in un sentimento d’affezione. Carabiniere è anche per molti parola cara, non solo perché arrestiamo un delinquente, ma perché sappiamo, anche, parlare ad un bambino, come pure, nello stesso tempo, riusciamo sia ad intervenire con fermezza e coraggio contro il crimine sia a convincere un disperato, che vuole farla finita, di continuare a vivere e a sperare ancora”. Il Comandante Provinciale si è anche soffermato sulle iniziative come “ascolto/ascoltiamoci” e il progetto “Educare alla e con la Costituzione. A scuola con i Carabinieri”. La ricorrenza è stata, inoltre, l’occasione per fare una breve analisi sulla situazione della sicuranza nel Mantovano, ed il Comandante Provinciale, a riguardo, ha evidenziato l’importanza: “del lavoro in sinergia con le altre Forze di Polizia con il coordinamento della Prefettura”, che ha condotto ad un calo dei reati nel loro complesso. Una particolare riflessione è stata destinata dall’Ufficiale al delicato tema della ‘Ndrangheta nel Mantovano, asserendo che: “l’avanzata dell’ndrangheta in questa provincia sembra essere stata arrestata, ma l’allerta deve rimanere alta sul territorio”.