MANTOVA – Marco Carrara, 40 anni, è il nuovo direttore dell’associazione regionale dei Consorzi di Difesa della Lombardia, presieduta da Giacomo Lussignoli. Carrara, che prende il posto di Fernando Galvan, continuerà la propria attività anche come direttore del Codima di Mantova.
“In questi anni – dichiara Carrara – abbiamo svolto un importante percorso di innovazione attivando nuovi strumenti per la tutela dei rischi, non solo climatici ma anche di mercato. In questo la riforma della Politica agricola comune 2023-2027 consente di rafforzare, attraverso la costituzione del Fondo nazionale Agricat, gli strumenti dedicati alla salvaguardia delle imprese agricole”.
Qualche numero
I Consorzi di Difesa della Lombardia raccolgono adesioni pari a circa il 20% dei valori assicurati a livello nazionale e sono in continua crescita, a testimonianza di un’attenzione sempre più crescente verso la tutela delle produzioni agricole nell’ambito della gestione del rischio in agricoltura.
Nel 2021 l’associazione regionale dei Consorzi di Difesa della Lombardia è stata sostenuta da oltre 11.000 soci e ha emesso 24.000 certificati stipulati per un valore pari 1,45 miliardi di euro di valori assicurati; 70 i milioni di premi pagati alle compagnie assicurative, ricorda l’ente consortile, che nei giorni scorsi si è riunito alla cantina Perla del Garda di Lonato (Brescia) per l’assemblea annuale.
L’attività dell’associazione regionale non si limita alla salvaguardia delle imprese agricole relativamente ai rischi climatici sulle produzioni vegetali. Da oltre un decennio, infatti, si assicurano gli allevamenti zootecnici (la sperimentazione partì grazie all’Associazione mantovana allevatori), le strutture aziendali e recentemente sono stati attivati anche due innovativi fondi mutualistici cosiddetti “Ist”, finalizzati alla tutela dell’imprese agricole aderenti dai rischi dovuti ad un drastico calo del reddito, per riduzioni del prezzi di vendita e/o incremento dei costi di produzione, relativamente al comparto del bovino da latte ed al comparto del riso.
Proprio in questi giorni è partita la fase di sperimentazione, al fine di consentire la piena operatività dello strumento mutualistico a partire dal prossimo 1° gennaio. “Codima sarà protagonista con due colture particolarmente diffuse sul territorio mantovano come mais e pomodoro”, puntualizza il direttore Carrara.
Il Fondo di Mutualità nazionale
Gli strumenti di gestione del rischio – riassume Coldiretti Mantova – avranno un grande ruolo nella Pac 2023-2027, con finalità più ampie e maggiori dotazioni finanziarie.
L’Italia ha deciso di integrare gli strumenti di gestione del rischio già presenti (assicurazioni agevolate, fondi mutualità danni, fondi mutualità reddito) istituendo il Fondo di Mutualità Nazionale (MeteoCat) finanziato con il 3% dalla quota nazionale destinata ai pagamenti diretti e cofinanziata da risorse provenienti dallo Sviluppo rurale.
Il fondo mutualistico nazionale prevede l’attivazione per tutte le aziende agricole beneficiarie di pagamenti diretti di una copertura mutualistica di base contro gli eventi catastrofali meteoclimatici, con l’obiettivo di attivare una prima rete di sicurezza e resilienza a favore di tutta la platea degli agricoltori italiani.
L’approfondimento di Coldiretti
Tra gli eventi meteorici avversi che saranno oggetto di copertura mutualistica del Fondo, ricorda Coldiretti Mantova, rientrano le gelate, le brinate, la siccità e le alluvioni, e per la misurazione dei danni da essi causati si fa riferimento agli indicatori previsti per le polizze assicurative tradizionali.
Per gli eventi siccità e alluvione, il fondo mutualistico nazionale copre esclusivamente perdite di produzione, che superino la soglia minima del 20% della produzione media annua dell’agricoltore o della sua produzione media triennale calcolata sui cinque anni precedenti, escludendo l’anno con la produzione più bassa e quello con la produzione più elevata. Per le gelate la soglia (franchigia) sarà fissata al 30%.
Il Fondo copre fino al 50% (lordo della franchigia) delle perdite subite per uva da vino e frutticole e fino al 60% per le altre produzioni vegetali. Per la determinazione dell’indennizzo, ci si affiderà a perizie in campo e si creeranno degli indicatori per area/prodotto che deriveranno dagli esiti delle perizie.